fuga dagli istituti penali

i contesti di vita all'interno degli istituti vanno ripensati

Solamente in un ambiente orientato alla cura delle relazioni e animato da autorevolezza si può sperare ad una presa di consapevolezza degli errori commessi, soprattutto quando si è in un periodo fragile come l'adolescenza.

data di pubblicazione:

22 Settembre 2024

Un articolo sul sito Vita.it commenta la recente fuga di due giovani  dall’istituto penale per i minorenni di Milano Cesare Beccaria. Non si tratta di un episodio isolato, in quanto sempre più spesso si ripete anche in altri istituti del paese. Quindi non si può trattare solo di un problema legato all’istituto milanese.  Secondo Franco Taverna, responsabile area adolescenza dalla Fondazione Exodus di don Mazzi il problema non va ricercato solo nella mancanza di strutture e organizzazione, ma soprattutto di metodo.

Il problema, mi pare, è generale, il metodo non funziona quasi dappertutto. Davanti a questa situazione ci possono essere due stradeLa prima è quella di cancellare la ricca e avanzata storia della giustizia minorile italiana, esempio, mi spingo a dire, di civiltà, umanità e scienza per molti altri Paesi non solo del nostro continente, e applicare anche per i minorenni, addirittura sotto il 14 anni, i medesimi criteri utilizzati per gli adulti. Introducendo nuove fattispecie di reati, essendo inflessibili nelle condanne affinché siano da monito per il popolo, aumentando i dispositivi e il personale per il controllo. La seconda strada è quella di ripensare il sistema alla luce dei cambiamenti sociali che sono sopraggiunti.”

Per Taverna la prima strada è sbagliata alla radice, visto anche i fatti a cui assistiamo, mentre la seconda “(…) è certamente più difficile perché richiede capacità di analisi dei fenomeni e elaborazione di strategie aggiornate, mirate non solo alla sicurezza immediata ma ad una prospettiva di sicurezza nel lungo periodo. In questo senso il ripensamento più importante da fare non si solo riferisce allo spessore delle sbarre alle finestre ma piuttosto al valore educativo della pena, che deve essere presente ed efficace.”

Solamente in un ambiente orientato alla cura delle relazioni e animato da autorevolezza si può sperare ad una presa di consapevolezza degli errori commessi, soprattutto quando si è in un periodo fragile come l’adolescenza.

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