depenalizzare e aumentare le misure alternative

con queste azioni si affronterebbe il problema del sovraffollamento

servono azioni di depenalizzazione e di ricorso esteso alle misure alternative alla detenzione per contrastare efficacemente il sovraffollamento delle carceri

data di pubblicazione:

18 Agosto 2024

Ridurre gli ingressi nelle strutture detentive e limitarne i tempi sono alcune delle soluzione proposte dal Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) per affrontare la difficile situazione di sovraffollamento attuale. In un comunicato stampa riguardante il decreto legge cosiddetto “svuotacarceri”, il CNCA manifesta forti preoccupazioni sia sull’approccio di base del DL, sia su alcuni punti specifici in esso contenuto.

Secondo il CNCA, che nelle sue strutture ospita quasi 400 persone in misura alternativa alla detenzione, occorre una decisa (…) azione di depenalizzazione e di ricorso esteso alle misure alternative alla detenzione” per contrastare il sovraffollamento delle carceri.

Il comunicato continua sostenendo che “Non è più tollerabile che tensioni e problemi sociali vengano affrontati creando nuovi reati, aumentando le pene e limitando il ricorso alle misure alternative, come anche questo governo sta facendo fin dalla sua costituzione.”

Desta preoccupazione anche l’istituzione di un elenco di strutture residenziali idonee all’accoglienza e al reinserimento sociale delle persone detenute adulte, presso il Ministero di Giustizia.

A quali strutture si fa riferimento si chiede CNCA? Strutture pubbliche e private accreditate, per persone con problematiche di dipendenza o di salute mentale, sono già presenti all’interno della rete dei servizi pubblici.

È a queste comunità che il decreto si riferisce o si vogliono creare nuove strutture, fuori dal sistema attuale di accreditamento, semmai riservate solo a persone inserite nel circuito penale e con un numero di ospiti ben superiore a quello delle strutture oggi esistenti? Sarebbero delle micro carceri private per le persone tossicodipendenti e/o con problemi psichiatrici, una soluzione che sarebbe inaccettabile.

Oltre a questo la federazione sottolinea le difficoltà di inserimento delle persone nelle comunità a causa delle procedure burocratiche ancora troppo lente. Vanno quindi ripensati e migliorati questi meccanismi, come pure l’introduzione di nuove soluzione, come quella del social housing che CNCA sta già sperimentando sul territorio nazionale.

Come ultimo elemento critico il comunicato individua che, a fronte di un aumento del numero di agenti penitenziari, figure fondamentali nella gestione degli istituti, non ci sia stato un aumento anche del personale dedicato alle aree educative trattamentali. Figure queste che hanno una funzione importante relativamente alla questione del sovraffollamento, in quanto deputate a redarre la Relazione di sintesi necessaria per la richiesta al magistrato di sorveglianza delle misure di esecuzione penale esterna.

 

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