la “farmaceuticalizzazione” dei prodotti a base di tabacco e nicotina.

le sigarette elettroniche vengono fatte rientrare nella pratica della riduzione del danno

A livello globale, ci sono 1,25 milioni di consumatori adulti di tabacco. La buona notizia è che i tassi di consumo di tabacco stanno diminuendo: circa 1 adulto su 5 consuma tabacco, rispetto al 1 su 3 del 2000 [2]. Tuttavia, nonostante i progressi, l’industria del tabacco continua ad interferire con le politiche sanitarie agendo da decenni per perpetuare la redditività, rimodellando i propri prodotti, arrivando ad imitare i modelli di business farmaceutici

data di pubblicazione:

4 Agosto 2024

Sul sito di Salute Internazionale è possibile approfondire come il ruolo dell’industria del tabacco sta cambiando di fronte alla diminuzione dei consumatori di sigarette tradizionali e alle politiche sanitarie, stimolate dal movimento tobacco endgame, concetto che mira a ridurre drasticamente e, idealmente, eliminare il consumo di tabacco.

“A livello globale, ci sono 1,25 milioni di consumatori adulti di tabacco. La buona notizia è che i tassi di consumo di tabacco stanno diminuendo: circa 1 adulto su 5 consuma tabacco, rispetto al 1 su 3 del 2000 [2]. Tuttavia, nonostante i progressi, l’industria del tabacco continua ad interferire con le politiche sanitarie agendo da decenni per perpetuare la redditività, rimodellando i propri prodotti, arrivando ad imitare i modelli di business farmaceutici.”

Un’industria, quella del tabacco, che di fronte alla diminuzione di fumatori di sigarette tradizionali a livello globale sta innovando i suoi prodotti a base di tabacco e nicotina. Una strategia che, secondo le autrici dell’articolo, “(…) rende evidente come questa industria stia cercando di esentarsi dal ruolo di attore sostenitore dell’epidemia del tabacco, presentandosi invece come partner nel controllo del tabacco reindirizzando gli obiettivi dell’endgame: da un futuro senza tabacco ad una “farmaceuticalizzazione” dei prodotti a base di tabacco e nicotina.

Con questo termine le autrici dell’articolo indicano specifici prodotti: “(…)  I nuovi prodotti a base di tabacco e nicotina assomigliano ai prodotti farmaceutici a base di nicotina, spesso forniscono dosi specifiche della stessa e hanno il potenziale per essere certificati dal governo come prodotti per smettere di fumare o “a danno ridotto”.

Concettualmente, quindi, possono essere considerati come situati a metà tra la terapia farmacologica sostitutiva della nicotina (NRT) e i prodotti del tabacco esistenti, al fine di accedere agli aspetti più vantaggiosi di entrambi gli ambiti politici, ereditando la precedente ubiquità del fumo e godendo allo stesso tempo dello status normativo e popolare di un medicinale nella sua accezione “benigna”.

I prodotti “farmaceuticalizzati” del tabacco vengono presentati alle autorità di regolamentazione e alla sanità pubblica associati ad un minor impatto di malattie tabacco-correlate, posizionando le aziende produttrici come alleati nella risoluzione dell’epidemia del tabaccoL’argomento convincente ma pericoloso a favore di questi prodotti alla nicotina è che se il prodotto non è dannoso come le sigarette, un livello basso allora può essere utilizzato liberamente e idealmente esente dalle responsabilità, dalle normative e dallo stigma associato alle sigarette. Questo processo posiziona i prodotti alternativi al tabacco come farmaci per ridurre il fumo, distogliendo l’attenzione dal loro ruolo nell’istigare la prossima ondata dell’epidemia di tabacco.”

Ma in che modo la farmaceuticalizzazione mina la salute pubblica? 

 In tre modi:

  • In primo luogo, distogliendo le autorità di regolamentazione dal concentrarsi sulle vendite di sigarette, che rappresentano ancora la stragrande maggioranza dei profitti e la causa delle malattie correlate al fumo e delle morti.
  • In secondo luogo, l’adozione da parte dell’industria del tabacco della filosofia della “riduzione del danno” suscita opinioni contrastanti tanto da causare il sovvertimento, il ritardo, la deviazione e in molti casi l’arresto dei processi di elaborazione delle politiche sanitarie.
  • In terzo luogo, il riposizionamento dell’industria come partner che produce prodotti “a danno ridotto” compromette l’Articolo 5.3 della Convenzione quadro sul controllo del tabacco (FCTC)

Per impedire nuove epidemie di tabacco è indispensabile che i paesi, soprattutto quelli a reddito medio basso dove l’incidenza del fumo è maggiore, intraprendano azioni forti “(…) per impedire il lobbying del tabacco, per garantire che la prevalenza del consumo di tabacco non aumenti mai e che il tobacco endgame non consenta all’industria del tabacco di sostituire il tabacco con altri prodotti dannosi, sviluppando piani più ambiziosi.”

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