I fattori che influiscono sulla dipendenza da cibo

uno studio indaga il collegamento tra microbioma intestinale e questo disturbo dell'alimentazione

L'alimentazione compulsiva e la dipendenza da cibo sono un problema in crescita in tutto il mondo e sono molti i fattori che vi contribuiscono, come l'ambiente in cui si vive e la disponibilità di determinati tipi di alimenti. Tuttavia, si ipotizza da tempo che esistano anche altri fattori che contribuiscono ai disturbi alimentari, come le caratteristiche del microbiota intestinale

data di pubblicazione:

27 Luglio 2024

La dipendenza da cibo potrebbe essere collegata alla presenza di alcuni batteri dell’intestino. E’ quanto si apprende da un articolo sul sito della Fondazione Veronesi che riporta alcuni risultati di una ricerca pubblicato sulla rivista Gut.

La dipendenza da cibo è un disturbo del comportamento alimentare piuttosto diffuso che è caratterizzato da una perdita di controllo sull’assunzione di cibo che può promuovere l’obesità.

“L’alimentazione compulsiva e la dipendenza da cibo sono un problema in crescita in tutto il mondo e sono molti i fattori che vi contribuiscono, come l’ambiente in cui si vive e la disponibilità di determinati tipi di alimenti.”

Tuttavia, si ipotizza da tempo che esistano anche altri fattori che contribuiscono ai disturbi alimentari, come le caratteristiche del microbiota intestinale.

Dai risultati dello studio è emerso che nelle persone risultate dipendenti (valutate attraverso la Yale Food Addiction Scale) è stato “(…) riscontrato un aumento dei Proteobacteria e una diminuzione degli Actinobacteria e dei Blautia, appartenenti al phylum Bacillota. La somministrazione di carboidrati non digeribili, lattulosio e ramnosio, noti per favorire la crescita di Blautia, ha portato a un aumento dell’abbondanza di questi batteri nelle feci, parallelamente a un netto miglioramento della dipendenza dal cibo.”

I risultati dello studio, secondo il professor Rafael Maldonado, dell’Università Pompeu Fabra, a Barcellona. “(…) possono permettere di identificare nuovi biomarcatori per la dipendenza da cibo e, soprattutto, di valutare se i batteri benefici possano essere utilizzati come potenziali nuovi trattamenti per questo comportamento legato all’obesità, che, al momento, non ha approcci terapeutici efficaci. I potenziali nuovi trattamenti potrebbero prevedere l’uso di batteri benefici e l’integrazione alimentare. Abbiamo dimostrato per la prima volta un’interazione diretta tra la composizione dell’intestino e l’espressione genica del cervello, rivelando l’origine complessa e multifattoriale di questo importante disturbo comportamentale legato all’obesità.”

Lo studio inoltre ha anche evidenziato che piccole molecole di RNA non codificante, le miRNA, potrebbero essere coinvolte nei meccanismi alla base del disturbo da dipendenza da cibo.

“I ricercatori hanno inibito specifici miRNA nella corteccia prefrontale mediale del cervello dei topi, coinvolta nell’autocontrollo e nel processo decisionale, al fine di produrre topi vulnerabili allo sviluppo della dipendenza da cibo, utilizzati nello studio appena descritto. Hanno scoperto che l’inibizione di due specifici microRNa (miRNA-29c-3p e miRNA-665-3p), promuoveva il comportamento compulsivo e la vulnerabilità alla dipendenza da cibo.”

Passi avanti fondamentali nella comprensione dei fattori che portano alla dipendenza da cibo.

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