XX RAPPORTO SULLE CARCERI – ASS. ANTIGONE

Gli atti di autolesionismo sono 18,1 ogni 100 detenuti, i tentati suicidi 2,4, le aggressioni al personale 3,5 e le aggressioni verso altri detenuti 5,5, il tutto sempre ogni 100 detenuti.

a fine marzo 2024 i detenuti erano 61.049 in 51.178 posti. Crescono dunque le presenze e quindi cresce anche il tasso di affollamento ufficiale, che raggiunge a livello nazionale il 119,3%.

data di pubblicazione:

11 Luglio 2024

Il nuovo rapporto annuale, il ventesimo, sulla condizione dei detenuti nelle carceri italiane dell’ass. Antigone fa il punto anche sulla drammatica questione dei suicidi. In questa prima metà dell’anno, si sono verificati numerosi suicidi nelle carceri italiane, a segnalare una situazione complessiva molto difficile.

Di seguito, una sintesi del Rapporto: “A fine febbraio 2016 erano presenti nelle carceri italiane 49.504 detenuti in 52.846 posti. Come detto sopra, a fine marzo 2024 i detenuti erano 61.049 in 51.178 posti. Cresce dunque le presenze e quindi cresce anche il tasso di affollamento ufficiale, che raggiunge a livello nazionale il 119,3%. (…) Come è noto stanno crescendo i suicidi, che erano già 30 al 15 aprile 2024, dall’inizio dell’anno uno ogni 3,5 giorni. (…) Nel frattempo, guardando ai dati raccolti durante le 99 visite fatte dall’Osservatorio di Antigone nel corso del 2023, si vede come resti allarmante il numero degli eventi critici registrati. Gli atti di autolesionismo sono 18,1 ogni 100 detenuti, i tentati suicidi 2,4, le aggressioni al personale 3,5 e le aggressioni verso altri detenuti 5,5, il tutto sempre ogni 100 detenuti. Un bollettino di guerra.

(…) Al 31 marzo 2024 i detenuti stranieri nelle carceri italiane per adulti erano 19.108, pari al 31,3% del totale della popolazione detenuta, una percentuale in lieve calo rispetto agli anni precedenti ma in calo sostanzioso rispetto a quindici anni fa, quando superava il 37%. Negli anni 2008-2013 gli stranieri detenuti non sono mai scesi al di sotto delle 20 mila unità. Ogni campagna sulla sicurezza che parta dall’enfatizzazione del numero degli stranieri in carcere costituisce un esercizio di propaganda non funzionale a una seria azione di prevenzione investigativa, sociale e criminale.

(…) Si conferma sostanzialmente stabile il dato percentuale relativo alle donne detenute nelle carceri italiane. Alla fine di febbraio 2024 le donne in carcere erano infatti 2.611, pari al 4,3% della popolazione detenuta totale, una quota che negli ultimi decenni ha visto solo piccole oscillazioni.”

(…) Alla fine del febbraio 2024 erano 532 i giovani reclusi nei 17 Istituti Penali per Minorenni d’Italia. Una cifra che sta rapidamente crescendo. Solo due mesi prima, alla fine del 2023, si attestava sulle 496 unità. Alla fine del 2022 le carceri minorili italiane ospitavano 381 ragazzi. L’aumento, in un anno, è stato superiore al 30%. Se alla fine del 2022 i minori e giovani adulti in carcere rappresentavano il 2,8% del totale dei ragazzi in carico ai servizi della giustizia minorile, oggi tale percentuale è pari al 3,8%. Dopo il calo delle presenze dovuto alla pandemia da Covid-19, i numeri stanno rapidamente risalendo.”

(…) Osservando i dati, si nota che il numero reati per categoria di reato è quello dei reati contro il patrimonio, con 34.126 reati rispetto ai 32.050 del 2022 (un incremento del 6,5%), seguito dal numero dei reati contro la persona, che sono 26.211 (il 7,4% in più rispetto al 2022), e dai reati per violazione del testo unico sugli stupefacenti, in numero di 20.566 (il 6,35% in più rispetto al 2022). Sui numeri dei reati a carico dei soli stranieri detenuti, si osserva che a fronte di 18.894 detenuti stranieri, vi sono 36.537 reati, per una media di 1,9 reati per detenuto.

Anche per gli stranieri, la categoria più ricorrente è quella dei reati contro il patrimonio (9.635, il 28,2% del totale totale rispetto al 71,8% di italiani), seguita dai reati contro la persona (8.130, il 31% del totale rispetto al 69% di italiani) e dai reati per violazione del testo unico sugli stupefacenti (5.988, il 29% del totale, rispetto al 71% di italiani)”.

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