Un caso perfetto di marketing di una sostanza legale che richiama molto la cocaina. Nei giorni scorsi, in Europa si è parlato molto di un integratore alimentare che sembra imitare la cocaina. Ne parla anche Riccardo Gatti, direttore del Dipartimento delle Dipendenze della Asl Città di Milano, in un articolo pubblicato nel suo blog.
Addirittura, in Francia il governo pare intenzionato a bloccarne la vendita.
“L-arginina, caffeina, creatina, L-citrullina, taurina, beta-alanina e maltodestrina: è un integratore energetico. Una di quelle cose che ci aiuta o che pensiamo che ci aiuti, quando siamo giù per stanchezza, per una malattia o semplicemente quando abbiamo bisogno di un booster (ma ne abbiamo davvero bisogno?) per fare cose assolutamente normali: lavorare, studiare, stare con gli amici, fare sesso, fare sport ecc.
Non importa il vero effetto delle sostanze, ma il significato che attribuiamo alla loro assunzione che ci protegge e condiziona, rispetto al capire che, nella maggior parte dei casi, con gli integratori energetici usati a sproposito, siamo solo un poco più svegli, magari, un po’ più nervosi e con un po’ di mal di pancia, ma nulla di più e, se esageriamo con le dosi, possiamo pure stare male davvero.
Ma con SNIFFY viene alla luce la sinergia perversa che c’è tra i mercati leciti e illeciti, perché SNIFFY è una polvere aromatizzata che si inala, come la cocaina. C’è una domanda pazzesca di cocaina in Europa: arriva a tonnellate. Atti e gesti che ne ricordano il consumo sono diventati attraenti e iconici. E non diciamo che chi si droga viene stigmatizzato. Non è vero!
È stigmatizzato solo chi sta male, chi va fuori di testa oltre il limite, chi si rovina economicamente o chi usa sostanze non di tendenza. Circoscrivere i perdenti, identificarli e stigmatizzarli pesantemente, aiuta a considerare tutti gli altri consumatori come positivamente vincenti. SNIFFY, rappresenta la gestualità ed il rito di tendenza e, per questo, chi la produce, spera di vendere.
Senz’altro SNIFFY, almeno concettualmente, potrebbe facilitare l’approccio alla cocaina, avvicinando simbolicamente nuovi clienti ai riti ed alla gestualità dei cocainomani. Di fatto, per ora, ha incentivato i click sui media, sempre alla ricerca di novità. Tutti ne hanno parlato e la pubblicità, in positivo o negativo, rimane l’anima del commercio. Le ricerche della parola SNIFFY su Internet sono aumentate in modo notevole, c’è un sito ufficiale per acquistare il prodotto: non costa nemmeno poco ed alcuni altri siti ne stanno organizzando la vendita. Questo ha trainato altri click che hanno portato alla promozione di altri prodotti. Un ciclo perverso si è innescato: niente male dal punto di vista commerciale. D’altra parte è così che funzionano i mercati di massa.
Tra qualche tempo di SNIFFY nemmeno si parlerà più. Anche la cocaina, prima poi, non sarà più di tendenza (è successo altre volte nella storia). Ci saranno altri prodotti ad aiutarci a credere di poter essere meglio di ciò che siamo e che assorbiranno le nostre risorse economiche e le nostre energie.
Agli Stati decidere se saranno commercializzati nei mercati leciti o illeciti: non molto di più. Ci saranno sempre nuovi perdenti da stigmatizzare e da salvare, curare e riabilitare, per ribadire le buone intenzioni di tutti. Un modo per rassicurare anche chi ce l’ha fatta e non è ancora diventato come loro.
Questo almeno fino a quando non saremo culturalmente in grado di comprendere a fondo e collettivamente, come funziona il grande gioco delle illusioni connesso. Solo allora saremo nelle condizioni per operare, in proposito, decisioni (non solo scelte), informate, coerenti e consapevoli, individualmente ma anche a livello sociale e politico – legislativo. Ma siamo sicuri di volerlo fare? il grande mercato delle illusioni è protettivo: come in una simulazione ci può fornire contemporaneamente un ruolo ed il ruolo contrapposto, l’overdose e l’antidoto, una dipendenza o una fidelizzazione ed il modo per uscirne con un’altra. Ci permette di pensare che si possa comprare la possibilità di vivere una vita a pieno, fin che dura. È, esso stesso, un generatore di dipendenza e ci siamo dentro. Meglio scandalizzarci o ridere di SNIFFY che di noi stessi.”