Minorenni e condizioni di vita negli IPM: il Rapporto di Antigone

aumentano le presenze di giovani all'interno degli istituti

Nell'arco di due anni, da febbraio 2022 a febbraio 2024, le presenze sono passate da 350 a 523 tra minori e giovani adulti, più della metà dei quali di origine straniera. Se nel 2022 l'aumento degli ingressi poteva essere attribuibile all’uscita dalla pandemia da Covid-19, che aveva portato con sé un significativo calo delle presenze, nel 2023 sembrano esserci ragioni diverse. Una tra queste sembrerebbe l'entrata in vigore, nel settembre 2023, del Decreto Caivano, che ha incentivato una tendenza già in atto.

data di pubblicazione:

24 Aprile 2024

Sul sito di wellforum.it un articolo affronta il tema degli Istituti Penali per Minorenni (IPM), ed in particolare le condizioni che hanno portato all’aumento di presenze a partire dal 2022.

L’articolo analizza i dati raccolti dall’associazione Antigone nel Rapporto “Ragazzi dentro. Giustizia minorile e Istituti penali per minorenni”.

Nell’arco di due anni, da febbraio 2022 a febbraio 2024, le presenze sono passate da 350 a 523 tra minori e giovani adulti, più della metà dei quali di origine straniera. Se nel 2022 l’aumento degli ingressi poteva essere attribuibile all’uscita dalla pandemia da Covid-19, che aveva portato con sé un significativo calo delle presenze, nel 2023 sembrano esserci ragioni diverse. Una tra queste sembrerebbe l’entrata in vigore, nel settembre 2023, del Decreto Caivano, che ha incentivato una tendenza già in atto.

Va tenuto conto che le presenze sarebbero anche più elevate se “(…)  non fosse costante la prassi di trasferire in maniera consistente giovani appena maggiorenni negli istituti penitenziari per adulti, indicativa del fallimento del tentativo di garantire anche ai giovani fino ai 25 anni le opportunità e le risorse che sono a disposizione del sistema della giustizia minorile. Nel 2022 sono stati 95 i ragazzi e le ragazze trasferiti, per il 58,9% italiani e per il 41,1% stranieri. Nel 2023 sono stati 122, per il 63,9% italiani e per il 36,1% stranieri.”

Una prassi quella dei trasferimenti che sembra più una volontà di spostare i problemi che rispondere ad esigenze di sicurezza interna agli IPM.

Rispetto alle caratteristiche dei giovani reclusi i dati evidenziano una crescita nella presenza di minorenni, che “(…) rappresenta una novità di non poco conto poiché in passato erano i ragazzi e le ragazze maggiorenni a rappresentare la maggioranza (il 58,5% al 15 gennaio 2022 e il 57,6% al 15 gennaio 2020)”.”

Rispetto alla posizione giuridica i giovani in attesa di una sentenza definitiva sono la maggioranza all’interno degli IPM. Il 68,5% del totale dei presenti e, addirittura, l’88,8% tra i minorenni e il 75,6% tra gli stranieri attendono una sentenza definitiva, un dato preoccupante non solo se visto singolarmente, ma anche se confrontato con quello degli  istituti penitenziari per adulti (ove le persone senza una condanna definitiva sono circa il 30%).

Dati in contrasto, questi ultimi, con il fatto che gli IPM dovrebbero essere un luogo di passaggio per scontare la pena, soprattutto a favore di contesti legati al territorio e alla comunità.

Altro aspetto analizzato nell’articolo è quello riguardante i reati commessi. “I più frequenti sono quelli commessi contro il patrimonio, pari al 55,2% del totale, e all’interno di questa categoria di reati, il più frequente è la rapina, pari al 30,5% del totale dei reati, seguito dal furto, con un peso pari al 15,1%. La crescita maggiore, nel 2022 e 2023, si registra però per le violazioni della legge sugli stupefacenti, che sono aumentate del 37,4%.”

Secondo l’articolo ” Tirando le fila di quanto sino ad ora rilevato, si evince facilmente come l’aumento significativo delle presenze riscontrato nell’ultimo anno è legato, da un lato, all’aumento di ragazzi in custodia cautelare e, dall’altro, a un incremento di violazioni legate al testo unico sugli stupefacenti. Il Decreto Caivano facilita l’ingresso in carcere proprio di minori e giovani adulti a seguito di applicazione della misura della custodia cautelare e prevede, altresì, un innalzamento di pena per lo spaccio di lieve entità. In tale prospettiva, le presenze in IPM sono destinate ad aumentare ancora.”

L’altro aspetto critico che viene segnalato è quello relativo ai giovani che escono dagli IPM a fine pena. Pur essendo una percentuale limitata (31%) risulta in aumento rispetto ai dati del 2022 (25,5%). Questo significa che “seppure l’uscita dagli IPM per fine pena resta un dato residuale, indicatore positivo del nostro impianto di giustizia minorile, al contempo è un dato in aumento che denota un restringimento nell’accesso alle misure alternative alla detenzione.”

L’associazione Antigone ha rilevato un progressivo peggioramento delle condizioni di vita negli istituti, luoghi dove la maggior parte dei giovani è di origine straniera. Giovani spesso non accompagnati che hanno vissuto momenti difficili, con alle spalle anche consumi di droghe e alcol e per questo maggiormente vulnerabili.

In questo quadro lo spostamento diffuso tra un istituto ed un altro (spesso da Nord a Sud) e il ricorso all’uso frequente di psicofarmaci non sono le risposte adeguate a queste situazioni. Difficoltà di adattamento, malessere e malcontento sono i risultati di queste politiche, che solamente il lavoro efficace degli operatori riesce in parte a contenere.

 

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