nei Paesi Bassi aumenta la richiesta di birra senza alcol

sono soprattutto i giovani a farne richiesta

diverse ricerche dimostrano che tra i giovani il fascino dell’alcol è diminuito rispetto al passato. Bevono bibite senza alcol, perché le bevande alcoliche non sono più di moda, sono da vecchi. Se cercano lo sballo, prendono una pasticca al posto di una birra.

data di pubblicazione:

4 Aprile 2024

Maggiore richiesta dal mercato dei consumatori e tecnologie più avanzate. Sono questi i due principali motivi che hanno spinto i monaci trappisti dei Paesi Bassi a produrre la loro prima birra senza alcol. Si tratta della Nillis, prodotta nell’abbazia di Koningshoeven a Tilburg. Sulla rivista Internazionale un articolo racconta come la produzione di questa, e altre birre senza alcol, stia aumentando in tutto il paese.
Una scelta di produzione fatta anche in base alle richieste del mercato, soprattutto da parte delle nuove generazioni, quelle più attente alla salute. La Nillis è una birra scura di colore ambrato, con una schiuma bianco panna con un sapore amaro e un retrogusto caramellato. Si tratta di una birra a pieno titolo, che non dovranno bere solo le persone che devono guidare o donne incinta. Secondo i produttori per bere qualcosa di buono non necessariamente deve contenere alcol.
” Un particolare curioso: “analcolico” e 0,0 non sono la stessa cosa. In gran parte dei paesi europei una birra può essere definita analcolica se non contiene più dello 0,5 per cento in volume di alcol. Nei Paesi Bassi la regola è più rigida: si può chiamare analcolica se ha al massimo lo 0,1 per cento; tra lo 0,1 e l’1,2 per cento si deve usare l’espressione “a bassa gradazione alcolica”. I birrifici esteri, però, non sono tenuti a modificare le loro etichette per il mercato olandese. Del resto, la birra del tutto analcolica non esiste (anche le banane, i crauti o il succo d’arancia fresco contengono per natura una piccola quantità di alcol), ma è consentito arrotondare e definire una birra 0,0 se non si supera qualche centesimo di percentuale.”
La birra a bassa gradazione ha una antica tradizione, era più sicura dell’acqua nel medioevo, e a livello globale si ottiene in due modi: “togliere l’alcol a posteriori oppure fare in modo che si formi una quantità minima o nulla di alcol”. Il primo metodo è utilizzato dai grandi produttori, mentre il secondo da quelli più piccoli, che non devono per forza ottenere una birra completamente analcolica.
Ma come ci si avvicina a questo tipo di birra? Due piccoli produttori di questa birra hanno cominciato a produrla quando le loro mogli erano incinte, mentre una ragazza ha cominciato a berla per superare i postumi del fine settimana.
Da dopo la pandemia da Covid-19 sono aumentate, secondo l’associazione birrai olandesi, le persone che consumano birra analcolica: nel 2019 erano 1 su 16, nel 2022 1 su 12.
Ma tutto questo si deve inserire in un contesto socio culturale come dice lo scrittore Frits Dunnink: “Il consumo di alcol è parte essenziale della cultura dell’Europa nordoccidentale.  Gran parte delle persone non apprezzano il loro primo sorso di birra, ma nonostante questo – o forse proprio per questo – resta un rito di passaggio di molti adolescenti, per imitare gli adulti. Allo stesso tempo, diverse ricerche dimostrano che tra i giovani il fascino dell’alcol è diminuito rispetto al passato. “Bevono bibite senza alcol, perché le bevande alcoliche non sono più di moda, sono da vecchi. Se cercano lo sballo, prendono una pasticca al posto di una birra.”

Internazionale n° 1550, 16/22 febbraio 2024.

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