Cannabis e salute, tra rischi e benefici

una sintesi di studi osservazionali e trial sugli effetti della cannabis sulla salute

Le indagini nazionali sul consumo di cannabis suggeriscono che, nel complesso, circa l’8% degli adulti europei (22,6 milioni di età compresa tra 15 e 64 anni) abbiano utilizzato cannabis nell’ultimo anno". Tra le persone di età compresa tra 15 e 34 anni invece la percentuale di consumatori cambia, salendo al 15,1%. (15,3 milioni).

data di pubblicazione:

16 Ottobre 2023

L’ARS, Agenzia regionale di sanità Toscana, ha pubblicato un approfondito articolo sul consumo di cannabis e sui conseguenti rischi e benefici che ne derivano. Utilizzando i dati contenuti nell’European Drug Report 2023: Trends and Developments, a cura del EMCDDA, si comincia analizzando i diversi consumi nei vari paesi europei. Di fatto “(…) la cannabis rimane di gran lunga la droga illecita più comunemente consumata in Europa.
Le indagini nazionali sul consumo di cannabis suggeriscono che, nel complesso, circa l’8% degli adulti europei (22,6 milioni di età compresa tra 15 e 64 anni) abbiano utilizzato cannabis nell’ultimo anno”. Tra le persone di età compresa tra 15 e 34 anni invece la percentuale di consumatori cambia, salendo al 15,1%. (15,3 milioni).
Rispetto alle forme di cannabis consumata è stato rilevato che nel 2021 quella in foglie è stata utilizzata dal 95% degli intervistati (negli ultimi 12 mesi), rispetto al 32% per la resina, al 25% per gli edibili e al 17% per gli estratti.
A fronte di una grande varietà di prodotti a base di cannabis, si mantiene alta la preoccupazione per quella venduta sul mercato illecito, dove la cannabis naturale può essere adulterata con potenti cannabinoidi sintetici, influendo ulteriormente sullo stato di salute dei consumatori.
Infatti “resta la necessità di comprendere meglio i tipi di problemi incontrati dai consumatori di cannabis, nonché i percorsi di riferimento e le opzioni di trattamento disponibili per coloro che soffrono di problemi legati alla cannabis. In Europa, secondo le stime, nel 2021 circa 97.000 pazienti sono entrati in un trattamento specializzato per tossicodipendenze per problemi legati al consumo di cannabis (il 35% di tutte le richieste di trattamento), di cui circa 55.000 sono entrati per la prima volta”.
L’articolo prosegue con una riflessione sull‘uso terapeutico della cannabis, che “(…) continua ancora a essere dibattuto poiché le evidenze scientifiche sono estremamente frammentate e non sempre si dispone di dati comparabili tra loro”. Questo anche perché “La maggior parte degli studi sull’utilizzo terapeutico della cannabis presenta un numero non elevato di persone e una serie di limiti che riguardano il metodo di conduzione degli studi stessi come, ad esempio, l’uso di prodotti di natura differente (spray, capsule, decotti, ecc.), vie di somministrazione diverse (e quindi un diverso assorbimento nell’organismo) e una descrizione poco chiara degli effetti a lungo termine per la mancanza di controlli successivi nella maggior parte di essi”.
La terza e ultima parte dell’articolo si concentra sul bilancio tra rischi e benefici attraverso una meta analisi di studi osservazionali e trial. In questa sezione vengono riportati i risultati di una recente revisione di letteratura Balancing risks and benefits of cannabis use: umbrella review of meta-analyses of randomised controlled trials and observational studies, in sono state incluse revisioni sistematiche con meta-analisi di studi osservazionali e trial controllati e randomizzati (RCT) su efficacia e sicurezza.
Interessanti alcune conclusioni della revisione: prove convincenti supportano il fatto che l’uso di cannabis sia associato a disturbi di salute mentale e cognitiva, aumenti il rischio di incidenti automobilistici e possa avere effetti dannosi sulla prole se consumata durante la gravidanza. Appare quindi chiaro che la cannabis andrebbe evitate in certe situazioni e contesti di vita, mentre per quanto riguarda il cannabidiolo “(…) potrebbe essere considerato una potenziale opzione terapeutica benefica per l’epilessia in tutti i gruppi di età per ridurre le convulsioni”.

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