“Con gli adolescenti, il modo in cui si verificano gli avvelenamenti è simile a quello che accade per gli adulti. È l’uso di droghe a fini ‘ricreativi’. Poi può variare se prendano intenzionalmente il fentanyl o lo ingeriscano misto ad altre droghe che stanno usando “, ha spiegato alla Cnn Julie Gaither, autrice della ricerca e docente in pediatria presso la Yale School of Medicine, Usa. Nel caso dei bambini la faccenda è più complessa e spesso il problema è da ricercare nelle case i cui vivono, dove genitori o altri familiari – a loro volta consumatori del fentanyl – possono lasciarlo incustodito e alla portata di tutti. E dato che la sostanza è davvero molto potente, basta poco per un incidente mortale. (…) Queste tendenze suggeriscono che “la crisi degli oppioidi in età pediatrica sta cambiando in modi che renderanno più difficile affrontarla”, ha affermato la Gaither. Combattere questa crisi – ha concluso – richiederà misure preventive come confezioni sempre più sicure e a prova di bambini, nonché strategie di riduzione del danno, compreso il trattamento del disturbo da uso di oppioidi sia per i genitori che per gli adolescenti e un migliore accesso ai farmaci per far fronte in emergenza alle overdose.