STIGMA E DISINFORMAZIONE NELLE POLITICHE ANTIDROGA: IL PUNTO DI VISTA DI HRI

Critica di fondo alle politiche antidroga internazionali della presidentessa di Harm Reduction International

data di pubblicazione:

27 Aprile 2023

Nel discorso di apertura della 27ima Harm Reduction International Conference (HR23) in svolgimento a Melbourne, Australia, Naomi Burke-Shyne, presidentessa dell’associazione inglese Harm Reduction International (HRI), ha pronunciato un duro discorso di accusa nei confronti delle politiche antidroga globali.

“Una gran parte di ciò che combattiamo nel nostro movimento è stigma, disinformazione e equivoci sulla droghe – fattori che sono molto effettivi nel rinforzare le strutture che opprimono attivamente le persone (…) Stigma e bugie sono le basi di molte politiche pubbliche sulle droghe. Non ci sono prove che le politiche focalizzate sulla punizione e sulla tolleranza zero raggiungano il loro obiettivo di riduzione dell’uso di droghe. Ci sono, tuttavia, molte prove che dimostrano che le politiche antidroga punitive stanno causando danni. Overdose, un sistema di fornitura delle droghe tossico, incarcerazioni di massa, terapie coatte, HIV, epatiti virali sono alcune di queste politiche. A causa dell’eccessivo allarmismo sulle droghe, molte persone adottano l’idea senza sfumature che l’uso di droghe è cattivo, piuttosto che a essere cattive siano le politiche antidroga.”

Secondo Burke-Shyne, ciò è alla base della separazione fra i movimenti di riduzione del danno e movimenti che lottano su questioni vicine, che intersecano l’uso di droghe, come povertà, diritto alla casa, giustizia criminale, diritto alla salute. A suo giudizio, le leggi antidroga hanno un impatto negativo su molte questioni sociali, appartengono anch’esse a un sistema oppressivo: miliardi di dollari sono spesi in leggi punitive antidroga che assumono come target i poveri o le minoranze. HRI in passato ha chiesto un cambiamento delle decisioni di budget su questi fondi anti-droga, al fine di promuovere i diritti e la salute delle persoen che usano droghe. Eppure, oggi Burke-Shyne si mostra autocritica, affermando che non si tratta di richiedere un piccolo cambiamento su come vengono spesi questi fondi, ma di fermare i finanziamenti che contribuiscono a rafforzare sistemi punitivi e razzisti e a sabotare la costruzione di società più giuste e sane, attraverso politiche indirizzate al miglioramento dello stato sociale.

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