STRATEGIE PER CONTRASTARE L’ISOLAMENTO SOCIALE DEI GIOVANI

RICREARE SPAZI E OCCASIONI DI SOCIALITA' FUORI DAL WEB

La pandemia e il lockdown non possono essere letti come gli unici elementi che hanno fatto aumentare i casi di ritiro sociale, perché il fenomeno era già conosciuto e in atto dal 2017 con il nome di Hikikomori.

data di pubblicazione:

23 Marzo 2023

Richieste di prestazioni con standard sempre più alti, ma poco attinenti con la realtà, pressione sociale continua e digital devide generazionale possono essere alcuno fattori che insieme stanno causando tra i giovani problematiche come l’isolamento sociale, la depressione, e atti di autolesionismo. E’ quanto emerge da un articolo apparso su Umbria 24, che approfondisce i risultati di un report sugli stili di vita degli adolescenti della regione.

Report dal titolo: “Gli adolescenti in Umbria: disagi e dipendenze – Un’indagine pilota nell’ambito della ricerca. I giovani in Umbria: valori, culture, stili, linguaggi”, realizzato dall’Agenzia Umbria ricerche (Aur).
Secondo l’indagine il periodo di pandemia e il lockdown, che ci hanno costretti a cambiare radicalmente le modalità di socializzazione, hanno avuto un impatto molto forte, soprattutto in ambito familiare, dove i più giovani hanno dovuto confrontarsi con un digital divide che vedeva i genitori in difficoltà nel confrontarsi con il mondo virtuale. Questo ha provocato “(…) Uno scambio di ruoli e uno spostamento della vita sul piano online, che sembra aver favorito in parte la diffusione del fenomeno di isolamento e ritiro sociale, in particolare nei giovani e in età sempre più precoci.”
Traghettare la vita sociale, lavorativa e di studio dal mondo reale al mondo virtuale per diversi mesi è stato per molte persone un cambiamento epocale. “Se per la popolazione adulta è difficile orientarsi tra i cambiamenti sociali avvenuti negli ultimi due anni, – si legge nel report – per gli adolescenti il disorientamento, dovuto alla difficoltà di proiettarsi nel futuro, diventa un ostacolo esistenziale che si trasforma in disagio psicologico. I modi in cui i giovani manifestano questo disagio si sviluppano nell’intimità attraverso meccanismi problematici (isolamento, abbandono scolastico, cutting, disturbi alimentari) che li portano a rinchiudersi in casa; per coloro che già partono con difficoltà di tipo psichico e fisico tutto ciò è accentuato.”
Ma la pandemia e il lockdown non possono essere letti come gli unici elementi che hanno fatto aumentare i casi di ritiro sociale, perché il fenomeno era già conosciuto e in atto dal 2017 con il nome di Hikikomori.
Chiudersi in casa e rifugiarsi nell’online è, in parte, una tecnica di difesa. Sui social media vediamo spesso vite patinate, perfette, che non coincidono con la realtà che si ha intorno. Costruirsi una vita alternativa in un mondo in cui si può essere chi si vuole, permette quello sfogo che la realtà non consente. Ma il divario tra la perfezione costruita della vita online e l’imperfezione della realtà può creare un senso di insoddisfazione nel giovane, che preferisce ritirarsi dalla vita sociale per costruirsene una online, attuando così meccanismi che possono sfociare in comportamenti autolesivi”.
Ma come è possibile affrontare questa situazione di isolamento sociale? Aumentando gli spazi e le occasioni di socialità, soprattutto quelle spontanee all’aperto, come sostiene Francesca Ciammarughi, psicologa e psicoterapeuta dell’Unità operativa distrettuale di Neuropsichiatria e psicologia clinica dell’età evolutiva della Usl Umbria 1 che ha coordinato la ricerca. Ciammarughi continua dicendo che” facciamo pesare sui nostri figli la necessità di essere produttivi, competenti, veloci, li carichiamo di impegni e appuntamenti. Chi non si adegua ai ritmi di questa società e alle sue aspettative, viene visto e si sente come un fallimento e l’isolamento è solo uno dei meccanismi di difesa. Spesso non si pensa al bisogno di esplorare da soli le proprie capacità sociali, spontaneamente e fuori da qualsiasi inquadramento, che sia la scuola, il corso di francese o l’allenamento di basket. Banalmente, servono più parchi e panchine in cui i ragazzi possano sperimentare le proprie capacità sociali.”

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