USO DI PSICOFARMACI SENZA RICETTA MEDICA IN AUMENTO TRA I GIOVANI

data di pubblicazione:

29 Ottobre 2022

Secondo lo studio ESPAD Italia il consumo di psicofarmaci senza prescrizione medica tra i giovani è in continuo aumento. Tra le motivazioni che stanno alla base di questo comportamento, secondo lo studio riportato sul sito della Fondazione U. Veronesi, vi è la ricerca di performance scolastiche migliori, l’aumento dell’autostima, del dimagrimento e dello “sballo”. 

Una tendenza, quella del consumo di psicofarmaci fuori dal controllo medico, in aumento in tutta Europa, ma registrata anche nella popolazione studentesca italiana dai 15 ai 19 anni, che rappresenta il campione oggetto dello studio.
Tra i risultati emerge che il “(…) 10,5% dei ragazzi ha consumato psicofarmaci senza prescrizione medica (SPM) nella propria vita, il 6,6% nell’ultimo anno e il 4,0% nell’ultimo mese, soprattutto le ragazze. Nel 2021 è stato registrato un aumento dei consumi rispetto ai due anni precedenti e che si allinea su quelli compresi tra il 2007 e 2017.
Altre motivazioni riportate dai giovani che hanno partecipato al questionario sono legate al miglioramento dell’aspetto fisico, associato al consumo di farmaci per diete (72,5%) e a quello di stare bene con se stessi, associato al consumo di farmaci per dormire (36,6%) e per l’umore (54,6%).
Per Sabrina Molinaro, ricercatrice dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR, non bisogna dimenticare l’aspetto della ricerca dello sballo: “per determinati tipi di farmaci come ansiolitici o barbiturici l’utilizzo è proprio finalizzato alla sregolatezza e a un momento di evasione, spesso consumati insieme ad alcolici o cannabis per aumentarne gli effetti. In generale si tratta di una scorciatoia intrapresa per raggiungere il proprio obiettivo senza troppa fatica”.
Rispetto al reperimento di questi farmaci l’ambiente domestico è risultato il primo luogo dove trovarli per molti giovani (42,3%), seguito dalla rete internet e dalla strada. Di fatto durante l’epidemia di Covid-19 era più semplice trovare farmaci in casa, visto che altre fonti di approvvigionamento erano venute meno temporaneamente a causa del lockdown.
I maggiori consumatori si sono rivelati i giovani che già usavano farmaci prescritti dai medici e che avevano quindi già un certo livello di esperienza, mentre le ragazze sono potenzialmente più a rischio dei loro coetanei.
Sempre secondo Molinaro le ragazze “(…) tendono a evitare più dei coetanei tutta una serie di comportamenti stigmatizzanti e di contrasto come il consumo di cocaina o marijuana, mentre l’uso di psicofarmaci, purtroppo, nelle famiglie non è così stigmatizzato. Le ragazze possono sentirsi autorizzate a fare uso di farmaci che vedono consumare anche ai genitori e che possono reperire tranquillamente in casa senza esporsi al giudizio altrui a cui i maschi, tendenzialmente, sono meno sensibili”.
Per quanto riguarda i rischi legati al consumo di questi farmaci sono gli stessi delle altre sostanze psicoattive, in particolare quello della dipendenza è molto alto se si assumono benzodiazepine o barbiturici, che hanno un forte effetto additivo, soprattutto se assunti insieme all’alcol.
Uno delle prime azioni di prevenzione da fare per contrastare questo fenomeno è sicuramente quella di fare informazione non solo a scuola, ma anche all’interno delle famiglia: sono i genitori che devono sapere quanto questi farmaci possono essere rischiosi se usati con modalità casuali e non controllate.

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