REPORT CREA SANITA' SU SERVIZI DI CURA DIPENDENZE (1a PARTE)

data di pubblicazione:

10 Settembre 2021

Nei giorni scorsi è stato diffuso uno studio di grande importanza, a cura di CREA Sanità, che esamina e valuta il mondo delle tossicodipendenze da più punti di vista, dall’offerta e dalle caratteristiche dei servizi di cura pubblici e privati, all’impatto economico, giudiziario e sociale del fenomeno. Completa lo studio la proposta di un modello statistico che simula i possibili effetti economici derivanti dall’adozione di specifici interventi di contrasto del fenomeno. Di seguito, si propongono ampi estratti del report, divisi in due parti.

“Il progetto «Impatto organizzativo, giudiziario ed economico della tossicodipendenza» si è posto l’obiettivo di effettuare un’analisi dei costi sociali relativi alla gestione degli utenti affetti da problematiche di dipendenza da sostanze stupefacenti, partendo da una disamina dell’organizzazione socio-sanitaria, a livello nazionale e regionale, nonché della sua dinamica nel tempo; in particolare, è stata sviluppata un’analisi dell’impatto giudiziario del fenomeno; la stima dell’impatto economico del fenomeno nel nostro Paese, è stata condotta nelle sue dimensioni di gestione socio sanitaria (presa in carico), esiti e sociale (occupazione e giustizia). Infine, mediante un modello statistico, sono stati simulati gli “effetti” economici prodotti dall’adozione di specifici interventi finalizzati a contrastare il fenomeno.

Nel periodo 2012-2019, il numero di Ser.D in rapporto alla popolazione (100.000 abitanti) si è ridotto del -11,5%, soprattutto nelle Regioni del Nord (…) Nei Ser.D, nel 2019, operano 6.624 operatori dedicati all’assistenza delle persone con problemi di dipendenza, ovvero 11,2 unità ogni 100.000 abitanti, con un valore massimo pari a 12,6 nel Nord-Ovest del Paese, seguito dal Nord-Est con 11,6, dal Centro con 10,1. (…) Con i necessari caveat dovuti alla possibile esistenza di bias dovuti alla differente fonte informativa considerata, fra il 2007 e il 2019, si è registrata una riduzione del -9,0% delle unità di personale operanti presso i Ser.D, ovvero 1,4 unità in media in meno (ogni 100.00 abitanti) (…) All’offerta pubblica si affianca quella del privato sociale, articolata in 821 strutture ubicate per il 31,1% nel Nord-Ovest, per il 27,3% nel Nord-Est, per il 21,8% nel Mezzogiorno e per il 19,9% nel Centro. Si tratta, prevalentemente (73,1%) di strutture residenziali: per il 16,4% di semi-residenziali e per il 10,5% di ambulatori.
Si riscontra anche nel privato sociale una importante eterogeneità di offerta a livello regionale. (…) In media, ogni struttura del privato sociale accoglie 20 utenti in un range compreso tra un minimo di 10 utenti in Valle d’Aosta ad un massimo di 87 utenti nel Lazio. (…) Nel 2019, risultano assistite presso i Ser.D 136.320 persone affette da tossicodipendenza da sostanze (+6,5%, +8.343 nuovi casi, rispetto all’anno precedente), pari a 225,8 ogni 100.000 abitanti, di cui il 14,4% per nuovi casi. Considerando le sostanze stupefacenti come sostanze di abuso secondaria, tale casistica raggiunge i 207.178 utenti. Si tenga presente che il bacino di utenze dei Ser.D supera i 300.000 utenti annui, considerando anche le altre forme di dipendenza trattate.

(…) Si tratta prevalentemente di popolazione maschile, che rappresenta l’85,9% dell’utenza (in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto all’anno precedente); nel 2018, i maschi rappresentavano oltre il 93% dei casi in carico in Basilicata e Calabria (93,1% e 93,8% rispettivamente), con una quota minima, e comunque non inferiore al 79%, in Friuli Venezia Giulia e nella P.A. di Trento con 79,2% e 80,9% rispettivamente. Per il 92,6% si tratta di italiani, per il 2,8% di soggetti provenienti dall’Africa Settentrionale, e per il restante 4,6% di soggetti provenienti da Paesi americani e asiatici. Si tratta di un’utenza abbastanza giovane: circa il 60% si concentra nella fascia d’età 35-54 anni, il 25,6% in quella 25-34 anni ed il 11,9% in quella 55-64 anni.
Gli oppiacei rappresentano la sostanza di abuso più frequente, con il 65,6% dei pazienti in trattamento che ne è dipendente; segue la cocaina (21,5% dei soggetti), i cannabinoidi (11,3%); il restante 1,5% abusa di ipnotici e sedativi, stimolanti, allucinogeni e inalanti volatili.

Nel 2018 sono stati effettuati 21.159 ricoveri ospedalieri associati a diagnosi (anche secondarie) di patologie droga-correlate, di cui l’89,3% (18.892) in acuzie, il 10,2% (2.148) in riabilitazione e lo 0,5% (119) in lungodegenza. Si tratta di ricoveri effettuati quasi esclusivamente (96,4%) in regime ordinario. Circa il 70% dei ricoveri afferisce a 5 DRGs: 523 “Abuso o dipendenza da alcool/farmaci senza terapia riabilitativa senza CC”, 430 “Psicosi”, 428 “Disturbi della personalità e del controllo degli impulsi”, 522 “Abuso o dipendenza da alcool/farmaci con terapia riabilitativa senza CC”, 433 “Abuso o dipendenza da alcool/farmaci; dimesso contro il parere dei sanitari”. Oltre l’80% dei ricoveri vengono effettuati in quattro discipline: il 55,3% in Psichiatria, il 12,3% in Medicina generale, il 9,9% in Recupero e riabilitazione funzionale, il 7,1% in Neurologia.”

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