È importante richiamare l’attenzione sui disturbi della nutrizione e dell’alimentazione nel corso della pandemia da COVID-19 per quattro motivi principali:
- il rischio di ricaduta o peggioramento della patologia
- l’aumento del rischio di infezione da COVID-19 tra chi soffre di disturbi dell’alimentazione
- la possibile comparsa di un disturbo dell’alimentazione ex novo o comportamenti di addiction
- l’inadeguatezza dell’offerta di trattamenti psicologici e psichiatrici nel corso dell’emergenza COVID-19.
- Il rischio di ricaduta o peggioramento della patologia
La paura di infezione e l’isolamento sociale possono aumentare il rischio di ricaduta o peggiorare i disturbi dell’alimentazione.
In generale, le imposizioni suscitano in queste persone disagio e rabbia e incrementano il desiderio di non rispettare le regole.
La paura di un contagio si associa spesso alla sensazione di non avere il controllo della situazione che, per le persone con un disturbo dell’alimentazione, conduce a un ulteriore aumento delle restrizioni alimentari (o di altri comportamenti estremi di controllo del peso) o, all’opposto a un aumento degli episodi di alimentazione incontrollata.
L’isolamento prolungato ha limitato la possibilità di praticare attività fisica e aumentato il timore di prendere peso, portando a ulteriori restrizioni dietetiche.
Le abbondanti scorte alimentari presenti in casa facilitano le abbuffate e alimentano una serie di meccanismi per il controllo del peso (uso di diuretici e lassativi, vomito indotto).
La forzata e prolungata convivenza con i familiari può generare o accentuare le difficoltà interpersonali, che possono contribuire al mantenimento della psicopatologia del disturbo dell’alimentazione. Le persone sottopeso che soffrono di un disturbo dell’alimentazione sono esposte a maggior rischio di complicanze mediche, a un maggior rischio di infezione, a un maggior rischio di avere un decorso grave (per approfondire leggi Psychology Today).
- L’aumento del rischio di infezione da COVID-19 tra chi soffre di disturbi dell’alimentazione
La malnutrizione, la riduzione delle riserve di grasso corporeo e un eventuale malfunzionamento intestinale influenzano la capacità del corpo di difendersi dalle infezioni.
Le persone malnutrite hanno scarse riserve di carboidrati, il che le pone maggiormente a rischio di ipoglicemia durante i periodi di stress.
Chi soffre di disturbi dell’alimentazione è a rischio di squilibri metabolici ed elettrolitici, che possono aumentare il rischio di insufficienza respiratoria e di arresto cardiaco.
La presenza di possibili disfunzioni respiratorie preesistenti e la profonda astenia, in caso di infezione può aumentare il ricorso a cure mediche ospedaliere e alla respirazione assistita.
- La possibile comparsa di un disturbo dell’alimentazione ex novo o comportamenti di addiction
Una forte pressione emotiva può rendere fragili e portare a perdere il controllo degli impulsi: la ricerca di un appagamento nel corso di uno stress da isolamento prolungato può avvenire non solo attraverso il fumo, l’alcol, gli psicofarmaci, le droghe, ma anche attraverso il cibo. Quindi, gli stessi meccanismi che possono favorire l’abuso di alcol e di sostanze (legali e illegali) possono essere chiamati in causa per i disturbi dell’alimentazione (per approfondire consulta: Disturbi del comportamento alimentare (DA&O) e uso di alcol e/o sostanze: un fenomeno emergente.
- L’inadeguatezza dell’offerta di trattamenti psicologici e psichiatrici nel corso dell’emergenza COVID-19
Nel corso della pandemia alcuni gruppi e servizi hanno attivato trattamenti online, sebbene consapevoli di una serie di problematiche e limitazioni rispetto al trattamento tradizionale e della mancanza di un’adeguata formazione degli operatori per i trattamenti a distanza.
L’impossibilità di garantire condizioni di sicurezza per pazienti e personale sanitario ha portato alla sospensione di molte attività, soprattutto i trattamenti intensivi e la presa in carico dei pazienti in strutture residenziali mediche e psichiatriche, con ricoveri rinviati a data da definire e un elevato rischio di perdere il contatto con il paziente.
Si rende per questo necessaria la progettazione di un nuovo modo di erogare trattamenti e di integrare strategie e procedure standard per affrontare sia il disturbo alimentare sia le paure legate all’infezione e all’isolamento sociale. Inoltre, è fondamentale mettere a punto e implementare un protocollo specifico per affrontare la gestione di un paziente con disturbi dell’alimentazione risultato positivo al coronavirus.
L’impegno dell’ISS
Consapevoli e solidali ai disagi che questo periodo possa aver causato ai pazienti e ai loro familiari, è importante, ora più che mai, in previsione di un ritorno alla regolarità delle attività assistenziali, un aggiornamento della mappatura delle strutture pubbliche e convenzionate e delle associazioni dedicate ai DA al fine di garantire ai cittadini affetti da tali patologie, alle loro famiglie e ai vari operatori sanitari a cui tali soggetti afferiscono (medici di medicina generale, pediatri, gastroenterologi, endocrinologi, dietologi, eccetera) i migliori livelli di accesso e appropriatezza dell’intervento.
A tal proposito, il Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità attraverso il progetto Manual “la MAppatura territoriale dei centri dedicati alla cura dei Disturbi della NUtrizione e dell’Alimentazione, in supporto alle Azioni Centrali del Ministero della Salute”, di recente attivato in collaborazione con il Ministero della Salute, esperti Regionali del settore, le società scientifiche e le associazioni di settore, proseguirà il consolidamento, l’aggiornamento, l’integrazione e la messa a regime di una mappatura nazionale (per maggiori informazioni consulta la notizia nel Notiziario ISS numero 1 anno 2020 “Il Progetto MA.NU.AL. – Disturbi della NUtrizione e dell’ALimentazione: la MAppatura territoriale dei centri dedicati alla cura in supporto alle Azioni Centrali del Ministero della Salute”).