I COSTI UMANI DELLA REPRESSIONE: CARCERE E DPR 309/90

data di pubblicazione:

29 Giugno 2020

L’XI edizione del Libro Bianco sulle Droghe, a cura di Forum Droghe, dedica molto spazio all’analisi degli effetti sociali della legislazione antidroga. I dati del 2019 sui procedimenti penali e sulle carcerazioni per reati legati allo spaccio di sostanze, sulla percentuale di soggetti tossicodipendenti in carcere sono molti alti. Nel complesso, dal punto di vista repressivo, la legislazione antidroga italiana “funziona”, ma a quale prezzo, con quali conseguenze? Secondo quanto scrive Leonardo Fiorentini su Fuoriluogo, l’accanimento verso il consumo e il piccolo spaccio non sono affatto funzionale a una repressione degli interessi e del potere del narcotraffico: “Il 30% dei detenuti entra in carcere per l’art. 73 del Testo Unico (spaccio) mentre a fine anno il 35% è in carcere per una violazione del DPR 309/90. Gran parte sono pesci piccoli, pochissimi i narcotrafficanti. Questo a conferma di come «il proibizionismo sia addirittura utile ai consorzi criminali più potenti organizzati, ripulendo il mercato dai competitor meno esperti» scrive Cianchella.

Allarmante poi il dato dei «tossicodipendenti» entrati in prigione, che arriva al 36,45%, in aumento costante da 4 anni. A fine anno, rappresentano il 27,87%, una presenza maggiore anche rispetto al picco post applicazione della Fini-Giovanardi (27,57% nel 2007). Si conferma un trend in aumento delle misure alternative che, fatto positivo in sé, nasconde anche «una tendenza all’allargamento dell’area del controllo» più che essere una alternativa alla detenzione.

Sono 217.855 le persone con procedimenti pendenti al 31/12/2019, l’80% per spaccio (art. 73). Illuminante il dato portato da una ricerca di Massimo Urzi contenuta negli approfondimenti di questa edizione: mentre quasi 1 procedimento su 2 per droghe termina con una condanna, questo rapporto diventa 1 su 10 per i reati contro la persona o il patrimonio. Il sistema è quindi piuttosto efficiente a condannare e portare in carcere gli spacciatori, nonostante quello che dicono Salvini e Lamorgese. DRAMMATICO IL DATO delle segnalazioni ai Prefetti per i consumatori. In continuo aumento dal 2015, nel 2019 sono state oggetto di segnalazione 41.744 persone. Più di 4.000 sono minorenni. In un terzo dei casi vengono comminate sanzioni che, ricordiamolo, sono pesantissime: la sospensione della patente di guida (anche se al momento della perquisizione non si era alla guida), del passaporto (o della Carta Identità valida per l’espatrio), del porto d’armi o del permesso di soggiorno per motivi di turismo (se cittadino extracomunitario). Risulta irrilevante la vocazione «terapeutica» della segnalazione: solo 202 richieste di programma di trattamento socio-sanitario, nel 2007 erano 3.008. La repressione colpisce principalmente persone che usano cannabis (77,95%), seguono a distanza cocaina (15,63%) e eroina (4,62%), irrilevanti le altre sostanze. Dal 1990 1.312.180 persone sono state segnalate per uso di sostanze: di queste quasi un milione (73,28%) per cannabis.“.

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