Il termine drunkoressia, non appartiene al gergo medico, ma negli ultimi anni si è introdotto nel linguaggio psicologico per indicare quel disturbo in cui la persona limita il consumo di calorie con i cibi, per lasciare spazio alle bevande alcoliche soprattutto durante le ore serali e notturne.
Anche se il termine è nuovo, in quanto è stato utilizzato solo pochi anni fa, la condizione in realtà non lo è poi così tanto. Una persona con drunkoressia priverà il proprio corpo del cibo durante la giornata, nel tentativo di mantenere sotto controllo le calorie per preferire l’assunzione di alcol. La convinzione sarà quella che eliminando l’assunzione di cibo, l’alcol fornirà comunque le calorie giornaliere necessarie. In realtà l’alcol non ha alcun valore nutritivo,e la persona si ritroverà ad assumere “calorie vuote” e inutili. Non assumendo cibi durante “le bevute” significa ubriacarsi più velocemente, dato che il cibo aiuta l’assorbimento dell’alcol, rallentandone l’assorbimento nel sangue.
“Drunkoressia si riferisce ad un complesso schema di comportamenti di consumo che avvengono prima, durante e dopo una bevuta”, ha spiegato Dipali V. Rinker, professore e assistente di ricerca nel dipartimento di psicologia presso l’Università di Houston e continua “Gli studenti universitari sembrano impegnarsi in questi comportamenti per aumentare gli effetti di alcol o ridurre le calorie alcol-correlati impegnandosi in un comportamento bulimico di dieta / esercizio / calorie/ alimentazione limitata”. La ricerca del Dott. Rinker osserva l’associazione tra drunkoressia e sesso, tema abbastanza complesso: “le donne universitarie sono più propense a sviluppare comportamenti bulimici, e con maggiore frequenza di sperimentare problemi di alcol correlati” ma questo non giustifica il fatto che possano essere di più le donne a sviluppare questo disturbo, infatti prosegue dicendo che “sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere più a fondo queste differenze”.
C’è anche chi mette in atto condotte compensatorie come il vomito per eliminare il cibo, ed è proprio l’eccessivo alcol che ne aumenta la possibilità.
Nonostante i grossi rischi di questo comportamento, gli studi hanno dimostrato che il 30% delle donne tra i 18 e i 23 anni adottano questo modo di fare la dieta. I comportamenti tipici della drunkoressia derivano dal timore di prendere peso, ed è più comune tra le donne piuttosto che tra gli uomini, anche se pure il sesso maschile potrebbe sperimentare questa condizione. In casi estremi, i comportamenti possono essere correlati a bulimia e anoressia, in cui l’alcol è utilizzato come sostanza per provocare il vomito più facilmente o per aiutare a gestire le ansie alimentari.
La motivazione alla drunkoressia non trova ancora una sua connotazione, ma si pensa che i fattori predominanti del suo sviluppo siano una percezione del sé distorta in combinazione con gli standard irrealistici di immagine, corpo e bellezza. L’alcol inoltre è utilizzato anche per contenere l’ansia e la depressione e quindi come risposta allo stress. Questi due principali aspetti, lo rendono un disturbo che si incastra benissimo con la nostra società. C’è sempre più la necessità di essere all’altezza in ogni situazione, di rispettare i canoni di bellezza che il mondo della televisione ci propone continuamente. Potremmo dire che è l’anoressia dei nostri tempi, in cui il bisogno di apparire sempre più magre (che non significa essere in forma) si lega con il bisogno di apparire sempre più sicuri di sé e disinibiti, e questo è il compito dell’alcol.
Uno studio nel 1983 ha indagato se le persone che hanno avuto episodi di binge drinking, o sono stati alcol dipendenti, hanno avuto una percezione di sé più distorta di quegli individui che non hanno fatto abuso di alcol. Lo studio ha misurato la distorsione dell’immagine corporea, chiedendo a un gruppo di partecipanti che non erano alcolisti e a un gruppo di partecipanti che sono stati alcol dipendenti, di stimare la lunghezza e la larghezza di 22 diverse parti del corpo, tra cui spalle, braccia, torace, ecc. È interessante notare che i risultati hanno mostrato che le persone che erano alcoliste vedevano le parti del proprio corpo come molto più grandi di quelle che realmente erano, indicando quindi una percezione distorta del sé corporeo.
Un’altra motivazione, soprattutto tra le giovani universitarie, sembrerebbe essere il risparmio di denaro per acquistare i cibi e il tempo per cucinarli.
I sintomi fanno più riferimento “all’abbuffata di alcol” (binge drinking) e tra questi riconosciamo:
Vomito
Respirazione irregolare
Estrema confusione mentale
Coma etilico nei casi più gravi
Ci sono anche una serie di conseguenze connesse all’uso eccessivo di alcol che il Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie statunitense, ha riassunto in:
Intossicazione da alcol
Gravidanze indesiderate, per rapporti non protetti durante l’assunzione di alcol
Pericolo di contrarre malattie sessualmente trasmissibili a causa della mancanza di controllo della persona sotto effetto dell’alcol
Danni neurologici
È stato rilevato che il 75% di tutte le bevande alcoliche consumate negli Stati Uniti dagli adulti assumono la caratteristica del binge drinking, e quindi di un uso non controllato della bevanda. La problematicità di poterlo riconoscere come problema ha a che fare con il fatto che assumere alcol, anche in grandi quantità, è diventato un comportamento socialmente condiviso e anzi incoraggiato.
I rischi della drunkoressia
Limitare le calorie alimentari a favore di quelle alcoliche è un comportamento davvero rischioso. Ad aggravare le conseguenze è se il disturbo alimentare si combina con il binge drinking, che insieme costituiscono una grave minaccia per la salute fisica, mentale ed emotiva di un individuo. Bere a stomaco vuoto permette di raggiungere uno stato di ebbrezza, euforia ed esaltazione più velocemente, che a sua volte però riduce l’autocontrollo e predispone l’individuo a prendere delle decisioni poco pensate e spesso sbagliate. In alcuni casi l’assunzione eccessiva di alcol può avvenire perché la persona, reduce da un medio o lungo digiuno, utilizza l’alcol per controllare il senso di fame e i suoi impulsi. Ma come un circolo vizioso, più la persona beve, soprattutto a digiuno, più è possibile che vomiti ciò che ha ingerito.
Per chi soffre di drunkoressia ha una probabilità maggiore di sviluppare un disturbo alimentare, o è anche più probabile che sia già presente. La drunkoressia è un disturbo che si pone a metà strada tra un disturbo del comportamento alimentare e l’alcolismo, e il rischio più grosso che si possa correre è quello di morire letteralmente di fame nei giorni in cui l’assunzione di alcol diventa l’unica sostanza che la persona ingerisce. La persona sarà quindi più propensa a sviluppare una dipendenza da alcol e uno degli errori che soprattutto i giovani, ma anche i meno giovani, corrono è credere che bere fiumi di alcol solo durante il fine settimana li renderà vulnerabili da tutti i rischi elencati.
Come detto all’inizio di questo articolo, la drunkoressia non è ancora riconosciuto come disturbo psichiatrico, ma non c’è dubbio sul fatto che le persone che soffrono di anoressia o bulimia sono più a rischio di assumere alcol o altre sostanze. Secondo uno studio del 2009 pubblicato dalla rivista International Journal of Eating Disorders, vi è un aumento dei casi di giovani donne universitarie affette da disturbi alimentari e binge drinking.