DIPENDENZA DA VIDEOGAME: per l'Oms è un disturbo mentale

data di pubblicazione:

21 Giugno 2018

E’ stata inserita nell’undicesima edizione della classificazione internazionale delle malattie, riconoscendola formalmente come una patologia.
La dipendenza da videogiochi è una patologia: così l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) inserisce questo disturbo nella bozza dell’undicesima edizione della classificazione internazionale delle malattie (Icd-11), nella speranza che il riconoscimento di questo tipo di dipendenza possa favorire il ricorso a opportune terapie.

Perché giocare ai videogames può creare una dipendenza e un comportamento talmente compulsivo che può arrivare persino a distogliere la persona che ne soffre dalle altre attività della vita quotidiana: “Ho pazienti che soffrono di una dipendenza da Candy Crush Saga, che sono sostanzialmente simili alle persone che arrivano con un disturbo della cocaina”, spiega al New York Times, Petros Levounis, presidente del dipartimento di psichiatria della Rutgers New Jersey Medical School (Usa), che aggiunge: “le loro vite sono rovinate, i loro rapporti sociali ne risentono, la loro condizione fisica peggiora”. Quello dei videogame è un settore in crescita a livello mondiale, il cui fatturato annuale per l’Entertainment Software Association aumenterà del 31% entro tre anni.

Il sistema di classificazione delle patologie, che ad oggi conta 55mila malattie e cause di morte, “ci consente di capire in modo migliore che cosa conduca le persone alla malattia o alla morte, così da agire in tempo per prevenire la sofferenza e salvare vite umane”, dice Tedros Adhanom Ghebreyesus, il direttore generale dell’Oms. Inoltre, per la prima volta, l’Icd è completamente elettronico, un modo per rendere il sistema di classificazione più accessibile a medici e altri operatori sanitari di tutto il mondo.
La nuova edizione verrà presentata agli stati membri dell’Oms in occasione dell’Assemblea mondiale della sanità, in programma a maggio del prossimo anno, mentre per la sua adozione, dice in una nota l’Oms, bisognerà aspettare gennaio 2022.

Diverse, inoltre, le modifiche fatte rispetto alla versione precedente, come ad esempio quelle relative alla salute sessuale: mentre nelle edizioni precedenti le disfunzioni sessuali erano state classificate nell’ambito della salute mentale, nell’ultima edizione queste si trovano nella sezione “salute sessuale”. E c’è anche un nuovo capitolo sulla medicina tradizionale.

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