Durante il congresso Inhsu (International Network on Hepatitis in Substance Users), tenutosi dal 6 al 9 settembre ad Oslo, alcuni relatori sono intervenuti per attirare l’attenzione sulle disparità di accesso ai trattamenti per le persone affette da epatite C e consumatrici di sostanze psicoattive. Secondo dati del World Drug Report 2015, nel mondo le persone che usano droghe per via iniettiva ammontano a 12 milioni, delle quali più della metà (il 52%) è Hcv positivo, mentre il 13% è affetto da Hiv/Aids e 700.000 sono i morti ogni anno. Gli esperti intervenuti hanno rimarcato l’esistenza in molti paesi di barriere e di pregiudizi contro le persone affette da epatite C e consumatrici di sostanze per via iniettiva. Ciò riguarda anche l’accesso alle cure e la qualità dei trattamenti ricevuti per questa tipologia di pazienti e rischia di invalidare, almeno in parte, i risultati ottenuti negli ultimi anni nella cura dell’HIV-AIDS.
28 Novembre 2023
BARRIERE E FACILITATORI PER L’HIV IN UN GRUPPO DI TRANSGENDER
Sono necessari interventi per abbattere le barriere individuali e strutturali, attribuibili principalmente alle identità di migranti e transgender