POLITICHE ANTIDROGA E RISPETTO DEI DIRITTI UMANI: IL BISOGNO DI NUOVI INDICATORI

Un importante rapporto presentato il 21 gennaio all’International Centre for Science in Drug Policy, e organizzato dall’ONU, fa il punto sugli indicatori fin qui utilizzati, in sede internazionale, per valutare il successo delle politiche anti-droga. L’elemento centrale sviluppato dal rapporto è l’evidenziazione della parzialità e della contraddittorietà degli indicatori fin qui utilizzati per monitorare i risultati delle politiche anti-droga, che sarebbero in contrasto palese con un approccio rispettoso dei diritti umani. Infatti, gli indicatori usati a livello internazionale, che comprendono il numero di persone arrestate e denunciate, gli ettari di coltivazioni per la produzione di sostanze illegali distrutti, la quantità di droghe sequestrate, si pongono spesso in contraddizione con i diritti umani dei consumatori e degli attori del mercato delle droghe illegali. Tuttavia, sostiene il rapporto, questa contraddizione è inerente al sistema stesso, non è accidentale. Al fine quindi di implementare un sistema di indicatori legati alle politiche anti-droga maggiormente coerente con obiettivi di salvaguardia dei diritti umani di base, il rapporto propone di sviluppare nuovi indicatori. Ad esempio, sarebbe auspicabile aggiungere dati e informazioni sulle torture e sui maltrattamenti subiti dai consumatori, sulla disponibilità in carcere di naxalone e di oppiacei per le persone dipendenti, ma anche sulla disponibilità di prevenzione e di terapie per le malattie collegate all’abuso di droghe. Il rapporto suggerisce perciò l’introduzione di nuovi indicatori, come il numero di condanne a morte per reati legati alle droghe, l’incidenza di morti legate a torture e mancanza di cure per le persone che usano droghe, l’incidenza e la prevalenza di morti e di malattie come l’HIV per le persone in carcere a causa di reati legati alla droga.

LINK AL RAPPORTO