DA IMMIGRATI A CITTADINI

data di pubblicazione:

8 Ottobre 2013

FAM OGGI 5I flussi migratori verso l’Italia si sono ridimensionati. Appare questa la tendenza registrata dall’ultimo rapporto della Caritas.
I dati dicono anche che, a piccoli passi, la nostra popolazione sta assorbendo i nuovi arrivati. Non sono più considerati solo ospiti: al contrario, costituiscono ormai una parte attiva della vita nazionale. Tuttavia rigidità e differenze culturali persistono.

Le recenti statistiche demografiche ci dicono che il flusso dei migranti verso l’Italia è forntemente ridotto. Questo tempo di “pausa” può meglio far ragionare sulla reale presenza di quanti sono giunti nel nostro Paese negli anni passati e di come si siano inseriti nel tessuto della normalità, tanto che ormai si considera la presenza di stranieri immigrati non come emergenza ma, piuttosto, come necessità di integrazione. A questo aspetto indirizza proprio il 22° Rapporto sull’immigrazione – Dossier statistico immigrazione 2012 di Caritas e Migrantes, che pone in chiaro l’integrazione come fattore insostituibile della popolazione italiana e della dinamica economica del Paese.

In Italia, da un lato esiste una diffusa tendenza a voler ignorare la realtà migratoria – si legge nel Dossier Immigrazione – rifiutando di prendere in considerazione i grandi cambiamenti in atto che stanno influenzando e condizionando, inevitabilmente e reversibilmente il nostro futuro.
Il modello della “convivenza nella separazione” – così lo definisce il Dossier – che sembrerebbe essersi affermato, solo apprentemente non comporta particolari problematiche e preoccupazioni, in quanto implica percorsi di inserimento inevitabilmente carenti, incompiuti e che, a lungo andare, rischiano di degenerare in processi di vera e propria esclusione e marginalizzazione sociale.

Bisogna anche ribadire che per stabilire una reale integrazione in una società, occore arrivare a un’integrazione diffusa sul territorio, che implichi non solo attività di volontariato e di servizi dedicati, ma riguardi in generale il lavoro, la casa, la scuola, la sanità, i servizi sociali, il mondo delle professioni e dell’imprenditoria, e dei vari gruppi sociali che abitano e vivono su un territorio.
In quest’ottica l’autrice dell’articolo sottolinea come il percorso da stranieri a cittadini non è soltanto formale e non dipende solo da nuove politiche e normative, per quanto necessarie, ma implica un coinvolgimento culturale e un’attenzione sociale che deve attivare tutti gli ambiti della società che da questi nuovi cittadini può trarre arricchimento non solo in manodopera.

DA IMMIGRATI A CITTADINI
Rosangela Vegetti
FAMIGLIA OGGI
n. 5 Settembre – Ottobre 2013
Pag. 64-68

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