In una società in continua evoluzione e cambiamento anche i rischi, nei diversi ambiti di vita, seguono questi mutamenti, diversificandosi e ampliandosi. Compito delle istituzioni, ma non solo, è mettere in campo strumenti e strategie per ridurli al minimo. Ma allo stesso tempo il rischio e la sua ricerca, soprattutto in certe fasi della vita, rappresenta una forte attrattiva per alcune persone, che nei casi più estremi può sfociare in una vera e propria dipendenza. In un articolo di Raniero Fiorenzi, si affronta proprio la tematica della ricerca del rischio, intesa come volontaria e reiterata nel tempo. Anche se in letteratura viene chiamata Dipendenza da rischio, secondo Fiorenzi la definizione più appropriata per questo tipo di dipendenza comportamentale sarebbe Dipendenza da Ricerca del Rischio Estremo (DRRE).
Questo perché “(…) la dipendenza è causata dalla ricerca volontaria e non dal rischio in quanto tale. I rischi diventano estremi quando sono continui, caratterizzano lo stile di vita, minacciano gli averi, l’incolumità e l’esistenza stessa della persona.
Ma “(…) Non sempre è facile distinguere tra rischio come ricerca di esperienze e la pura reiterazione di un comportamento più o meno sempre simile dovuto ad una dipendenza. Quando il carattere ludico e piacevole della esperienza rischiosa si trasforma in una modalità ripetitiva che assorbe l’individuo, consentendogli di allontanarsi dalla realtà quotidiana e da vissuti intrapsichici poco tollerabili, la persona diventa dipendente (Ranieri, 2006)”.
A questo punto il rischio diventa, come in altre forme di dipendenza, la soluzione a tutti i problemi e ripetendolo in continuazione si evita di mettere in discussione il proprio comportamento (Pedinielli et al., 2005).
Ma quali sono i processi psicologici che possono stare alla base di questa dipendenza? Una ipotesi potrebbe essere, in base al lavoro clinico condotto con alcuni pazienti, che “(…) il sopravvivere a una situazione rischiosa è una esperienza emotiva tanto forte da poter determinare, se reiterata, una dipendenza”. Inoltre il lavoro con i pazienti appassionati del rischio non è mai facile per alcune caratteristiche particolari: “(…) Il riflettere su se stessi appare limitato a favore della ricerca di sensazioni estreme in grado di offrire un momentaneo riparo dalle angosce, un rifugio della mente (Steiner, 1993)”.
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DOSSIER AIDS 2022
In occasione della Giornata Mondiale della Lotta all’AIDS del 1° dicembre il Cesda ha realizzato, come ogni anno, il dossier di aggiornamento sul tema dell’Hiv/AIDS.
Il dossier contiene dati epidemiologici regionali, nazionali e mondiali, indicazioni dei servizi dedicati e materiale documentale di vario tipo utile all’approfondimento.
Il dossier CESDA del 2022 è disponibile in versione on-line:
DOSSIER-AIDS-2022BOLLETTINO SOCIO-EPIDEMIOLOGICO 2021
Le dipendenze nel territorio dell’azienda USL Toscana. Centro- dati 2021, a cura di Laura Ulivieri (Dip. di Servizio Sociale PO Dipendenze).
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La AUSL Toscana centro istituisce dal 2018 un unico catalogo on line che raggruppa le Biblioteche del CeDEaS, CeSDA, Chiarugi e Fior di Prugna.
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Presentiamo un ampio lavoro di ricerca bibliografica sul tema MEDIASFERA PERSONAL e MASS MEDIA – realizzato dal Cedeas e Cesda – Polo Documentario AUSL Toscana Centro – nel quale vengono segnalate: monografie, progetti – Indagini, ricerche sul tema Mediasfera e altre tematiche conesse: Reclusione sociale/Hikikomori, Relazione tra pari, Iperconnessione, Sharenting , Salute digitale, Cittadinanza digitale.
BIBLIOGRAFIA MEDIA SFERATutti i volumi in elenco sono disponibili per il prestito presso il CeDEaS ed il CeSDA Via di San Salvi, 12 – Firenze (palazzina 27).
HIKIKOMORI – NUOVA TEMATICA SUL SITO CESDA
Sulla base del crescente bisogno di informazione e sulla scarsità di fonti, per facilitare la ricerca e l’informazione, il Cesda ha creato una sezione specifica sul tema Hikikomori.
All’interno sarà possibile trovare articoli, abstract di volumi, segnalazione di luoghi di ascolto e di centri di trattamento e altre informazioni trasversali al fenomeno (uso di internet, smartphon, dipendenza da nuove tecnologie, disagio giovanile, bullismo, cyberbullismo).
Per accedere alla sezione: HIKIKOMORIPROGETTO: “QUANDO GLI ADOLESCENTI SI METTONO IN GIOCO …d’azzardo”
Nell’ambito delle attività di prevenzione della UFM SERT C del Quartiere 5, da Gennaio 2013 è attiva formalmente una collaborazione tra l’UFM SERT C e il Dipartimento NEUROFARBA, Sezione di Psicologia, Università degli Studi di Firenze, finalizzata all’attività progettuale sul gioco d’azzardo denominata: “Gambling e Adolescenti: promuovere un comportamento responsabile”. QUANDO GLI ADOLESCENTI SI METTONO IN GIOCO ...d'azzardo
COCAINA: PROGETTO OCEANO
"Se rischia di portarti alla deriva, prova a navigare in acque più sicure"
Il progetto prevedeva l'attivazione di tre punti di ascolto presso i Pronto Soccorso degli Ospedali Torregalli, OSMA (Ponte a Niccheri) e Mugello rivolti a consumatori di cocaina, ma anche per familiari e amici al fine di offrire informazioni e chiarimenti sulle conseguenze del suo utilizzo.
I risultati del progetto -concluso lo scorso anno- sono stati presentati nel corso di un evento formativo che si è svolto il 25 Settembre 2015, oggi sono disponibili gli atti del convegno.
ATTI PROGETTO OCEANO