Un reportage di Elise Blancard di Vice permette di capire la realtà sul terreno in Afghanistan rispetto al divieto di coltivazione dell’oppio proclamato, a partire dal prossimo anno, dal regime dei Taliban. Secondo la giornalista, che si è recata in incognito in alcune delle tradizionali e principali zone di produzione afgane dell’oppio (Helmand e Kandahar), in questo momento la raccolta di oppio dai campi è in piena attività. Non solo la raccolta: è possibile trovare agevolmente oppio anche nei mercati contadini, venduto accanto a frutta e verdura. Di fatto, in queste regioni rurali, dove i Taliban hanno sempre mantenuto un forte appoggio popolare, non esiste famiglia che non sia implicata, direttamente o indirettamente, nel business dell’oppio. Secondo le testimonianze raccolte dalla giornalista, recentemente emissari del regime hanno informato la popolazione che il divieto di coltivazione sarebbe iniziato il prossimo anno, mentre nell’anno in corso è ancora consentito raccogliere oppio. Ciò avrebbe portato a reazioni contrastanti nella popolazione, che come detto è fortemente dipendente dai proventi dell’oppio. Un signore afferma: “Se (i Taliban) vieteranno la coltivazione di oppio, non avremo altro modo per fare soldi e sfamare le nostre famiglie”. Il paese è in condizioni socio-economiche molto difficili: stime della FAO attestano che circa metà della popolazione afgana sta affrontando acuti problemi di insicurezza alimentare. Circa l’11% del PIL del paese è legato all’oppio: una sua proibizione farebbe ulteriormente crollare i redditi di milioni di famiglie.
Nelle interviste raccolte da Elise Blancard, si palesa una situazione di grande incertezza. Alcuni intervistati ritengono che, nonostante il divieto, il business dell’oppio, anche se su scala minore, continuerà a svilupparsi; altri invece sono molto preoccupati sulle conseguenze del divieto, interpretato come una mossa del regime per ricevere aiuti internazionali, cosa che in precedenza non ha però funzionato come promesso. Altre persone ancora mostrano fiducia alle promesse dei Taliban, che vorrebbero in futuro sostituire le coltivazioni di oppio con culture legali di patate, pomodoro ecc.
Sul terreno, secondo le informazioni raccolte nell’articolo, è comunque vero che in alcune località sarebbero già state rimosse dalle autorità le nuove colture e sarebbero stati effettuati arresti di trafficanti. Tuttavia, ciò non si applica a tutto il paese: in molte località le coltivazioni e i traffici di oppio continuano più o meno indisturbati. Solo il futuro dirà, quindi, se il promesso divieto di coltivazione di oppio funzionerà davvero o se la misura rimarrà in larga parte, come in passato, solo un annuncio.
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DOSSIER AIDS 2021CESDANEWS APRILE 2022
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Nell’ambito delle attività di prevenzione della UFM SERT C del Quartiere 5, da Gennaio 2013 è attiva formalmente una collaborazione tra l’UFM SERT C e il Dipartimento NEUROFARBA, Sezione di Psicologia, Università degli Studi di Firenze, finalizzata all’attività progettuale sul gioco d’azzardo denominata: “Gambling e Adolescenti: promuovere un comportamento responsabile”. QUANDO GLI ADOLESCENTI SI METTONO IN GIOCO ...d'azzardo
COCAINA: PROGETTO OCEANO
"Se rischia di portarti alla deriva, prova a navigare in acque più sicure"
Il progetto prevedeva l'attivazione di tre punti di ascolto presso i Pronto Soccorso degli Ospedali Torregalli, OSMA (Ponte a Niccheri) e Mugello rivolti a consumatori di cocaina, ma anche per familiari e amici al fine di offrire informazioni e chiarimenti sulle conseguenze del suo utilizzo.
I risultati del progetto -concluso lo scorso anno- sono stati presentati nel corso di un evento formativo che si è svolto il 25 Settembre 2015, oggi sono disponibili gli atti del convegno.
ATTI PROGETTO OCEANO