MARCO PERDUCA SULLA RELAZIONE AL PARLAMENTO SULLE DROGHE

data di pubblicazione:

21 Novembre 2020

Marco Perduca, coordinatore di Science for Democracy, commenta criticamente la recente Relazione sulle Droghe al Parlamento. Secondo Perduca, l’impostazione della relazione porta ad affrontare la tematica dell’uso di sostanze in modo riduzionistico, troppo centrato sulla patologia, sulle dipendenze, sulla devianza, escludendo l’uso controllato o non problematico, che pure riguarda la grande maggioranza di consumatori. Scrive Perduca: “A parte le conferme di quanto prodotto negli ultimi anni, questa relazione resta fuorviante fin dal titolo: si insiste col ritenere quello delle “droghe” un fenomeno che sempre, solo ed esclusivamente porta a dipendenza! Non sono bastati tre decenni di studi che hanno dimostrato come chi sviluppi un rapporto problematico col consumo di sostanze proibite (e non) sia una ristretta minoranza mentre il resto della popolazione non “dipende” né “abusa”. Possibile ricominciare da capo tutte le volte?

Eppure i dati, anche se raccolti non sempre in modo omogeneo temporalmente o disaggregati per micro-tema, ci parlano di una utenza in trattamento di 136.000 persone (con un aumento di un 14% rispetto alla relazione dell’anno scorso e per il 60% in trattamento per eroina) che a fronte degli oltre otto milioni di consumatori abituali di sostanze proibite segnala quanto l’uso rientri in comportamenti sotto (auto) controllo – stiamo infatti parlando dell’1,7%… Difficile da valutare anche l’aumento dei quasi 7500 ricoveri visto che per una buona metà non viene specificato quale sia la causa principale per il ricorso alle strutture sanitarie, né risulta facile venire a capo dell’aumento delle overdosi (373, in crescita dell’11%) visto che per un terzo non si specifica i motivi del decesso.

Insomma, pure se migliorata negli anni, questa Relazione al Parlamento resta un documento che poco analizza le cause del fenomeno che studia e che, in nessuna sua parte, contiene raccomandazioni al Parlamento che la riceve o al governo che la produce. La compilazione di questi numeri dovrebbe servire a convocare la Conferenza Nazionale sulle Droghe, un appuntamento istituzionale che manca dal 2009 e che, a norma di legge, dovrebbe fornire l’opportunità di valutare quanto fatto negli anni col fine ultimo di rendere la legge e le politiche che ne derivano più adatte a governare un fenomeno fuori dal controllo dei governi in tutto il mondo. A chi volete che possa interessare quante siano state le operazioni anti-droga se da 60 anni questa si trova nei giardini delle scuole medie o nei corridoi delle carceri?”

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