MALATI DI HIV E COVID-19: UNO STUDIO USA

data di pubblicazione:

26 Ottobre 2020

Da un’analisi condotta su un’ampia coorte di persone HIV-positive degli Stati Uniti emerge che l’infezione da HIV non comporta un rischio più elevato di COVID-19, e i pazienti con HIV che contraevano il coronavirus non sono appaiono maggiormente a rischio di contrarre forme più gravi della malattia. Lo studio ha esaminato incidenza ed esito per COVID-19 in due gruppi di individui, HIV-positivi e HIV-negativi, appartenenti al Veterans Aging Cohort Study. La coorte è costituita da 30.891 ex-militari HIV-positivi e 76.745 HIV-negativi, dei quali rispettivamente l’8,4% e il 6,5% sono stati sottoposti al test per COVID-19. A fine giugno, il tasso cumulativo di positività registrato nei due gruppi era all’incirca lo stesso: 9,7% tra gli HIV-positivi e 10,1% tra gli HIV-negativi. I veterani di etnia nera, che costituivano poco più della metà dell’intera coorte, presentavano il 70% di probabilità in più di contrarre il coronavirus rispetto ai bianchi, e gli ispanici il 40%. Questa disparità è risultata simile nei due gruppi, quindi non sembra collegata alla presenza dell’infezione da HIV.

Anche gli esiti dei pazienti con COVID-19 sono risultati simili a prescindere dallo stato sierologico. Hanno necessitato di ricovero ospedaliero il 34% dei veterani HIV-positivi e il 35% di quelli HIV-negativi, mentre sono stati ricoverati in terapia intensiva rispettivamente il 14% e il 15% e sono deceduti il 10% e l’11%. Nel complesso, dunque, dallo studio esaminato appare che Covid-19 non sembri colpire in modo statisticamente più significativo le persone HIV-positive, né che, per le persone affette da Covid-19, ciò equivalga a un maggior rischio di sviluppare forme gravi necessitanti il ricorso alle terapie intensive.

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