SVOLTA TECNOLOGICA PER LA PRODUZIONE DI OPPIO IN AFGHANISTAN

data di pubblicazione:

15 Agosto 2020

Dietro l’esponenziale aumento di acquisti e di installazioni di pannelli solari nella provincia afghana dell’Helmand, da sempre fra i principali siti di produzione di oppio, non ci sarebbero motivazioni ecologiste, ma economiche: il loro impiego a partire dal 2012 ha aumentato in modo molto significativo la produttività della terra e quindi ha favorito l’incremento di oppio raccolto. Secondo un articolo de Il Corriere della Sera, ciò ha determinato negli ultimi anni una diminuzione di prezzi della sostanza e un relativo aumento della domanda, che potrebbe innescare, nella situazione di crisi socio-economica generato da covid-19, un boom di nuovi tossicodipendenti. “Nel 2012 – prima dell’avvento del solare – l’Afghanistan ha prodotto un totale di 3.700 tonnellate di oppio. Nel 2016 la produzione era cresciuta fino a 4.800 tonnellate. Nel 2017 c’è un raccolto davvero eccezionale, di gran lunga il più grande mai prodotto: 9.000 tonnellate di oppio. Tanto grande che i pezzi sono crollati. Quello che è successo dopo è molto interessante. Nel 2018 e 2019 le coltivazioni si sono ridotte, tranne nel sud-ovest, dove gli agricoltori hanno effettuato questo grande investimento nella tecnologia solare. Qui la produzione di oppio è effettivamente aumentata e l’Helmand ha iniziato a produrre l’80 per cento dell’oppio afghano. (…) A svelare questo boom anche le immagini satellitari. «L’adozione di tecnologie a bassa emissione di carbonio Richard Brittan, ex soldato inglese e fondatore di Alcis, una società specializzata nell’osservazione satellitare di ambienti complessi – è stata molto rapida. Il primo rapporto di un agricoltore afgano che utilizzava l’energia solare risale al 2013, e da allora la crescita è stata esponenziale, tanto che nel 2019 abbiamo contato circa 67mila impianti solari nella valle di Helmand». L’introduzione del solare rappresenta una svolta significativa per la regione. «Il solare – commenta David Mansfield, esperto della produzione di oppio in Afghanistan da oltre 25 anni – ha cambiato tutto per gli agricoltori, che precedentemente investivano gran parte delle risorse nell’acquisto di carburante e nella manutenzione delle pompe sotterranee, mentre i costi di gestione dei pannelli sono praticamente nulli». Mansfield sottolinea che un investimento iniziale di circa settemila euro genera un incremento notevole nella produttività, e soprattutto consente di coltivare papaveri anche in luoghi precedentemente non adatti alla crescita dei fiori. «Nel 2012 – interviene Brittan – si coltivavano circa 157mila ettari di campi di papavero, mentre nel 2018 si è passati a 317mila ettari, e lo scorso anno la cifra era di 344mila ettari. La terra sta diventando più produttiva». E dove c’è maggior giro di denaro, come nel resto del mondo, arriva il boom edilizio. Risultato, 48mila abitazioni sono state edificate nello stesso periodo nella regione di Helmand”.

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