METADONE: DALLA CRONACA NERA ALLA SCIENZA

data di pubblicazione:

10 Luglio 2020

Salvatore Giancane, medico del SerD di Bologna, esperto di oppiacei, in un’intervista al sito La via libera, riflette sul significato dei trattamenti a base di metadone a partire dall’episodio della tragica morte di due adolescenti di Terni, causata da un’overdose da metadone. Secondo Giancane, sarebbe molto sbagliato, sotto l’emozione per questo tragico episodio, far passare una criminalizzazione del metadone, il cui uso sotto supervisione medica è  sicuro e di grande efficacia.“Dottor Giancane, come funziona il metadone?

Gli effetti non sono unici. Innanzitutto non sballa, ma “sega”. Se viene prescritto a una persona che ha tolleranza agli oppioidi, la normalizza. Invece su chi non è dipendente da eroina ha un effetto diverso: ha un effetto sedativo e deprime la respirazione dopo circa sei ore dall’assunzione. Per questo certe morti avvengono nel sonno, quando il ritmo respiratorio cambia. per di più a chi non ha tolleranza, una quantità minima di metadone può fare molto male.

Com’è possibile che sia passato dalle mani di una persona in cura a dei ragazzi?

È legato al trattamento domiciliare, uno strumento potente perché permette ai tossicodipendenti di vivere la propria vita e lavorare, senza dover stare in coda, insieme ad altri, come alla mensa dei poveri. L’autonomizzazione del tossicodipendente è un obiettivo da perseguire. Tuttavia in questo caso abbiamo registrato una diversione, che si verifica quando un farmaco viene ceduto ad altre persone, e un misuso, poiché è stato utilizzato per un uso diverso, non terapeutico. Attenzione però: questi comportamenti sbagliati si verificano con molti altri farmaci: pensiamo alla madre che somministra antibiotici ai figli senza prescrizione medica o l’amica che passa gli psicofarmaci a un’altra perché passa un brutto momento.

È un fenomeno diffuso, di cui allarmarsi?

Non stiamo parlando di un fenomeno, ma di alcuni casi. Oltre ai due ragazzi di Terni, ci sono stati altri due casi (a Colico, Lecco, un 18enne e un 19enne sono morti il 27 aprile scorso, ndr) e i detenuti deceduti nelle carceri dopo le proteste. Negli Stati Uniti sono morte quasi seimila persone per metadone e hanno una popolazione cinque volte maggiore di quella italiana. Se la situazione fosse la stessa, dovremmo avere circa mille morti l’anno per l’uso di metadone. Non è il caso dunque di creare allarme e soprattutto di danneggiare il trattamento col metadone che invece ha contribuito a ridurre notevolmente il numero di overdose, gli arresti e la diffusione di malattie.

I media parlano già di moda del metadone, del drank, di musica rap e trap che incita all’uso

Sono forzature giornalistiche: è vero che alcuni giovani provano e consumano un po’ di tutto e tra queste sostanze c’è finito anche il metadone. Ma proprio per questa ragione è un errore far passare il messaggio che le droghe leggere e quelle pesanti sono uguali: un adolescente che fuma spinelli tenderà a pensare che l’eroina non dà problemi. Quel messaggio ha banalizzato le sostanze più pesanti. Va spiegato in modo chiaro cosa sono le sostanze, una per una, che non esiste “la droga”, una categoria morale, ma esistono “le droghe”. E non si fa la guerra alle droghe, ma si contrastano la diffusione e le conseguenze, sennò ci si ferma a un discorso moralistico e ideologico che si avvita su se stesso e non è efficace”.

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