TERAPIA GENICA PER L'AIDS

data di pubblicazione:

7 Marzo 2019

E’ il secondo paziente affetto da AIDS al mondo che, sottoposto a trapianto di midollo per una forma di linfoma di Hodgkin, grazie a una mutazione genica del donatore, è “guarito” dall’AIDS. Ovviamente, l’entusiasmo per questa positiva notizia va subito circoscritto, in quanto in ambito scientifico si ritiene che non sia certo possibile generalizzare, come terapia, il trapianto da donatore delta32 (o X4). “Buone notizie dunque sulla possibilità concreta di una ‘guarigione’ dall’AIDS? Su questo punto gli esperti sono molto cauti. La parola ‘guarigione’ è più pertinente al linguaggio giornalistico, anche di livello, che non a quello degli scienziati. Prima di tutto, non è pensabile utilizzare un trapianto di midollo come terapia per l’AIDS. I virus dell’HIV-1 inoltre possono utilizzare anche un’altra porta per entrare nelle cellule, la cosiddetta X4, e in questo caso dunque, la mutazione CCR5 delta32 non sarebbe più protettiva al 100%. Secondo gli esperti, anche dopo aver apparentemente debellato l’infezione da HIV-1, attraverso un trapianto di midollo da donatore CCR5 delta5, basterebbe infatti la presenza di un piccolo numero di virus ‘X4’ per avere una ‘ricaduta’ di AIDS. Ed è il motivo per cui il paziente di Berlino, il signor Brown, anche dopo la sua sbandierata ‘guarigione’, sta continuando a prendere delle terapie per prevenire un’infezione da HIV.

Il paziente di Berlino e quello di Londra hanno comunque il merito – al di là dei titoli ad effetto – di aver aperto un nuovo capitolo nella lotta all’AIDS. Senza arrivare all’extrema ratio del trapianto da donatore delta32 (o X4), sono in fase di sviluppo una serie di approcci che hanno come target la proteina CCR5 come strategia per indurre una remissione dall’infezione da HIV. L’idea è quella di realizzare una terapia genica in grado di determinare il knock out di CCR5 sulle cellule del sistema immunitario (o sui loro predecessori, le cellule staminali); e la speranza è che queste cellule ‘modificate’ e resistenti all’infezione, la possano gradualmente debellare dall’organismo”.

LINK ALL’ARTICOLO

Ti potrebbe interessare anche
Precedente
Successivo