LIBERTA' DI RICERCA SULLE SOSTANZE: IL PUNTO DI VISTA DEL PROF. NUTT

data di pubblicazione:

3 Marzo 2018

psilocibinaIn un’intervista il prof. David Nutt, psichiatra e professore di neuro-farmacologia, espone il suo punto di vista su rilevanti tematiche e dibattiti attorno alle sostanze, in primis la libertà di ricerca sulle sostanze e la pericolosità dell’uso e abuso di droghe legali e illegali. Nutt rileva i paradossi logici del principio per cui sostanze altamente negative a livello di effetti sulla salute come l’alcol e il tabacco siano legali, mentre per sostanze come psilocibina e LSD, con potenziali interessanti effetti a livello terapeutico, siano vietate o molto difficili anche le sperimentazioni a fini clinici. In particolare, Nutt ricorda ad esempio come i pochi studi effettuati sulla psilocibina siano potenzialmente molto promettenti nel trattamento dei malati in fin di vita, in quanto la psilocibina mostrerebbe un potenziale di riduzione dell’ansia e della depressione maggiore degli oppiacei e con meno effetti collaterali. “Se permetti che le persone possano assumere, per il controllo del dolore, la morfina, che uccide circa 2.000 persone all’anno nel Regno Unito, è irrazionale vietare l’LSD, che non ha ucciso nessuno”.

Riguardo in generale al grado di pericolosità delle sostanze, Nutt sostiene che il maggiore pericolo globale è rappresentato dal Fentanyl, il cui abuso potrebbe estendersi dagli USA a molti altri paesi. Sull’alcol la sua posizione è chiara: dati gli effetti negativi, provati dal fatto che è la sostanza psicoattiva che provoca il maggior numero di morti correlate, il suo status legale deriva dall’accondiscendenza del mondo politico verso gli interessi delle aziende produttrici, non da solide ragioni scientifiche. Per questo motivo, è a favore della messa a disposizione, sotto controllo medico, di tutte le sostanze psicoattive il cui uso sia meno pericoloso dell’alcol, in forme e in modalità tali da ridurne i danni. Infine, se Nutt sconsiglia l’uso di tutte le sostanze psicoattive almeno fino ai 18 anni, dato il pericolo che interferiscano con lo sviluppo, non ritiene che ciò rappresenti una solida ragione per proibire tout-court l’uso di sostanze come la cannabis nei maggiorenni.

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