CONTINUA LA DIMINUZIONE DELLE OVERDOSE IN ITALIA

data di pubblicazione:

22 Giugno 2017

emcddaFra i dati più rilevanti contenuti nel Rapporto 2017 dell’EMCCDA, il report annuale sui consumi di droghe in Europa, spicca quello relativo alle overdose, aspetto sul quale si sofferma con un commento pubblicato sul sito di Fuoriluogo Susanna Ronconi. Se la tendenza globale registrata dagli ultimi dati disponibili è negativa, in quanto registra un aumento del numero di morti per overdose (complessivamente pari a 8.441 casi, di cui il 79% provocate da oppiacei) rispetto al 2015 (+6%), va notato che la tendenza non è omogenea fra contesti nazionali. L’Italia, continuando positivamente con la decrescita delle morti per overdose che avviene dal 2007, conferma anche nel 2016 la loro diminuzione. “In media in  Europa  nel 2015  è di 20,3 decessi per milione di abitanti in età tra i 15  e i 64 anni; i paesi con un valore elevato (più di 40 decessi) sono  Estonia, Svezia,  Norvegia e Irlanda. L’Italia vanta un dato positivo, è tra i paesi che contano meno di 10 decessi per milione di abitanti, con un valore di 7,8, e ciò che più conta con un  trend in costante decremento dal 2007“. Ronconi sottolinea poi l’importanza delle politiche e degli interventi di riduzione del danno per limitare questo tipo di decessi, aspetti sui quali l’Italia ha implementato buone pratiche, a eccezione delle stanze per il consumo controllato che sono a oggi vietate. “(…) le variabili che influiscono sull’andamento delle overdose sono mobili e cangianti, dal mercato illegale agli stili di consumo, dalle politiche che incidono sui rischi, massimizzandoli o limitandoli, al sistema dei servizi di  riduzione del danno. L’EMCDDA si sofferma su questi ultimi, e chiama in causa i sistemi nazionali sotto tre profili: adeguate ed accessibili terapie metadoniche (“il tasso di mortalità tra chi è in  trattamento con metadone era pari a meno di un terzo del tasso atteso tra i consumatori di oppiacei non in trattamento”); strutture per il consumo controllato (stanze del consumo), il cui obiettivo  è “prevenire i casi di overdose e garantire un’assistenza professionale nel caso in cui si verifichino”:  oggi sono 78, le più recenti aperture sono avvenute in Francia, Danimarca e Norvegia; e il naloxone distribuito a  consumatori e comunità,  rapidamente diffusosi negli  ultimi anni, oggi presente in dieci paesi europei (“ha dimostrato che la sua fornitura in combinazione con interventi informativi e formativi contribuisce a ridurre le morti per overdose”). Per mantenere e accrescere  il nostro primato, abbiamo di fronte tre compiti:  migliorare l’accesso e calibrare sugli obiettivi dei consumatori  l’offerta di terapie sostitutive; rendere  l’offerta di naloxone ai consumatori – pratica su  cui l’Italia è stata avanguardia in Europa – un diritto accessibile a tutti sul territorio nazionale,  oltre i limiti attuali (come analizzato nella  ricerca a cura di Forum Droghe sul naloxone); e sbloccare il sempre più incomprensibile bando politico  contro le stanze del consumo, strutture dal 1986 in tanti Paesi europei al servizio della tutela della vita di chi consuma sostanze”.

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