LE DIPENDENZE COMPORTAMENTALI FRA FISIOLOGIA E PATOLOGIA

data di pubblicazione:

25 Maggio 2016

poker onlineSul proprio sito Roberto Gatti, medico psichiatra e direttore del Dipartimento Dipendenze di Milano nella Agenzia di Tutela della Salute (ATS) di Milano, rende disponibile il testo di una sua interessante relazione sulle dipendenze comportamentali legate alle nuove tecnologie (Internet, videogiochi, gambling con video, slot-machines e videopoker), tenuta a un convegno organizzato a Milano dall’università Cattolica. Nella relazione Gatti articola in modo ricco e approfondito il tema delle dipendenze aventi come oggetto non le sostanze, ma determinati comportamenti connessi all’uso intensivo e patologico delle nuove tecnologie digitali e della rete. Dopo avere chiarito l’ambiguità del concetto di “dipendenze comportamentali”, Gatti riflette sulle ragioni e sulle motivazioni che storicamente hanno fatto sì che i servizi pubblici per le dipendenze in Italia siano nati e siano stati organizzati attorno alle dipendenze da sostanze. Si riportano di seguito le conclusioni dell’articolo, rimandando il lettore al link per una lettura integrale dell’intervento: “Le dipendenze fanno parte della condizione umana e solo in alcuni casi sono patologiche nel senso che distruggono i processi progettuali e la salute degli individui, anzi, a volte ne fanno parte in modo positivo e funzionale / fisiologico (si pensi alle relazioni affettive, agli hobby, agli impegni sociali e politici, alle attività sportive, al lavoro, ai comportamenti sessuali, ma anche all’uso di sostanze ecc. in diverse fasi della vita). I meccanismi sottostanti di tipo neurofisiologico e psicologico sono probabilmente simili. L’entrata e l’uscita da diverse forme di dipendenza fanno parte della nostra crescita individuale. Ci sono tuttavia differenti condizioni che quando si associano tra loro, predisposizioni individuali ed ambiente sociale compresi, che possono trasformare insidiosamente una dipendenza funzionale in una non più funzionale e, quindi, patologica. Purtroppo spesso, anche per chi ne è affetto, è particolarmente difficile accorgersi di aver valicato un limite, soprattutto quando esistono interessi nel mondo circostante che da quella dipendenza ricavano ricchezza. In questo caso l’atteggiamento sociale è di tipo “push” rispetto a quel comportamento (…) La definizione di “comportamentale” della dipendenza finisce, quindi, per avere una attribuzione semantica di “comportamento individuale non stigmatizzato” come deviante di cui la collettività non sembra farsi carico, a meno che non riconosca di ricavarne un danno diretto.”

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