Ripensare i servizi di fronte alla diffusione del crack

La Riduzione del danno rappresenta una strategia adatta ad affrontare il fenomeno

Basso costo, disponibilità sul mercato enorme ed effetti psicoattivi immediati, anche a piccole dosi, stanno rendendo il crack la seconda sostanza più usata in Italia

data di pubblicazione:

18 Ottobre 2025

La realtà è che in questo momento le strade italiane sono invase dal crack. Lo afferma Lorenzo Camoletto – referente nazionale di Riduzione del danno del Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza (Cnca) in una intervista al Manifesto.

Una presenza che, secondo Camoletto, ha “(…) destabilizzato i servizi per le tossicodipendenze, europei e non solo, costringendoli a ripensare se stessi e le politiche di Riduzione del danno (Rdd) per rispondere ai bisogni di chi – soprattutto i più giovani – si è fatto annichilire da quella sostanza”.

Il crack, chiamato anche la “droga dei poveri”, per via del suo basso costo (5 euro a dose) è facilmente preparabile in casa e tra le sue caratteristiche c’è che “non dà dipendenza fisica ma assuefazione molto elevata“.

Inoltre, “(…) al pari della cocaina in polvere, anche per i suoi cristalli non esiste farmaco agonista (come il metadone per gli oppioidi) né antagonista (come il salvavita Naloxone in caso di overdose da eroina).

Basso costo, disponibilità sul mercato enorme ed effetti psicoattivi immediati, anche a piccole dosi, stanno rendendo il crack la seconda sostanza più usata in Italia.

“Secondo l’ultima Relazione annuale sulle droghe, dall’«analisi delle acque reflue urbane, la cocaina è la seconda sostanza psicoattiva illegale più consumata in Italia, con una stima media di circa 11 dosi al giorno ogni 1.000 abitanti, valore in leggero aumento rispetto al periodo 2020-2022». Nel report si legge anche che «nel 2024, questa sostanza è stata la causa principale per il 38% dei nuovi accessi nei servizi per le dipendenze.

Considerando anche i casi di consumo primario di crack, la percentuale sale al 44%, in netto aumento rispetto al 31% rilevato nel 2015″.

Come si affronta questa situazione? Per Luca Censi di Forumdroghe i servizi attuali non sono adatti per questi consumatori. Per loro occorrerebbero spazi più aperti e ariosi, meno affollati e a disposizione H24, soprattutto rispetto agli attuali dormitori a bassa soglia che non sono attrattivi.

Una delle prime città italiane ad affrontare il fenomeno è stata Palermo, fin dal 2018. Da questa esperienza, che ha visto il Ser.D palermitano diretto da Giampaolo Spinnato in prima fila, è nata nel 2024 una legge regionale che si allinea alla normativa nazionale che introduce la Rdd nei Lea, e che orienta i servizi a un miglior contrasto della dipendenza da crack.

Ed i risultati di questa legge si stanno vedendo in questi anni.

Secondo Spinnato dal 2018/2019 gli utenti del Ser.D. e dell’Unità mobile sono aumentati di oltre tre volte, passando dagli iniziali 500 ai 1.600 del 2022.

Sempre grazie alla legge approvata dall’Assemblea regionale siciliana è stato possibile creare anche un “(…) centro di accoglienza, una struttura residenziale breve che ospita persone in difficoltà che necessitano di protezione ma che non necessariamente hanno deciso di iniziare un percorso di comunità. Siamo solo all’inizio però, la strada è lunga”, ribadisce Spinnato.

 

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