consumo di alcol e aumento del rischio di demenza

le analisi genetiche hanno chiarito che il rischio di demenza aumenta in maniera costante a ogni livello di esposizione all’alcol, di cui quindi non esiste un livello di consumo sicuro

in precedenza si riteneva plausibile che un livello di consumo di alcol moderato potesse avere una funzione neutra o positiva sul rischio di demenza

data di pubblicazione:

13 Ottobre 2025

Un vasto studio dell’Università di Oxford ha messo in luce risultati molto importanti sul nesso tra consumo di alcol e aumento del rischio di demenza.

“Bere qualsiasi quantità di alcol, anche modesta, può aumentare il rischio di demenza. È la conclusione di un vasto studio condotto dall’Università di Oxford e pubblicato su BMJ Evidence Based Medicine, che ha coinvolto sia analisi prospettiche di coorte sia studi genetici su larga scala.

L’obiettivo dei ricercatori era indagare se esistesse davvero una “dose ottimale” di alcol, capace di esercitare un effetto protettivo sul cervello, come suggerito in passato da diversi lavori. Le nuove evidenze, tuttavia, vanno nella direzione opposta: nessuna quantità di alcol è risultata protettiva, mentre il rischio di demenza cresce in modo proporzionale al consumo.

Lo studio ha attinto a due delle più ampie biobanche disponibili: il Million Veteran Programme statunitense (follow-up medio 4 anni) e la UK Biobank britannica (follow-up medio 12 anni). In totale, sono stati seguiti 559.559 adulti di età compresa tra i 56 e i 72 anni.

Durante il periodo di osservazione, 14.540 persone hanno sviluppato una demenza e 48.034 sono decedute. Parallelamente, i ricercatori hanno condotto analisi genetiche di randomizzazione mendeliana, utilizzando i dati di più consorzi GWAS (Genome-Wide Association Studies), per un totale di 2,4 milioni di partecipanti.

Quando hanno guardato solo ai dati osservazionali, i ricercatori hanno visto una curva “a U”: il rischio di demenza risultava più alto nei non bevitori, nei grandi consumatori (oltre 40 drink a settimana) e in chi soffriva di disturbo da uso di alcol, mentre sembrava minore nei bevitori moderati. Un risultato che poteva far pensare, almeno in apparenza, a un effetto protettivo del consumo leggero.

Le analisi genetiche hanno raccontato una storia diversa: più alcol si consuma, più cresce il rischio di demenza. In pratica, un aumento medio dei drink settimanali è risultato associato a un +15% di rischio, mentre il raddoppio dei casi di disturbo da uso di alcol ha fatto salire il rischio del 16%. Secondo gli studiosi, il presunto effetto protettivo del bere leggero potrebbe dipendere da un fenomeno di causalità inversa.

In pratica, chi sviluppa un decadimento cognitivo precoce tende a ridurre o sospendere il consumo di alcol. Questo avrebbe falsamente fatto apparire i bevitori moderati come più protetti negli studi osservazionali. Le analisi genetiche hanno invece chiarito che il rischio di demenza aumenta in maniera costante a ogni livello di esposizione all’alcol.

Le conclusioni sono nette: “Qualsiasi livello di consumo di alcol può contribuire al rischio di demenza”. I ricercatori stimano che politiche di salute pubblica capaci di ridurre la prevalenza del disturbo da uso di alcol potrebbero abbattere l’incidenza della demenza fino al 16%. Un dato che sottolinea come, anche quando si parla di un consumo percepito come “moderato”, l’alcol non rappresenti un alleato per il cervello, ma al contrario un fattore di rischio aggiuntivo.”

Topiwala A, Levey DF, Zhou H, et al
Alcohol use and risk of dementia in diverse populations: evidence from cohort, case–control and Mendelian randomisation approaches
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