ILLEGALE LA VENDITA DI FIORI, FOGLIE E OLIO DI RESINA ANCHE CON BASSO THC: LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE

data di pubblicazione:

12 Luglio 2019

Sono state rese note le motivazioni attraverso le quali la Cassazione ha dato parere contrario alla vendita di foglie, infiorescenze, resina e olio di cannabis, anche in presenza di un valore di THC inferiore a 0,6. La conseguenza di maggiore importanza che ne deriva è che, a una interpretazione letterale del dispositivo giuridico, tutti i prodotti commercializzati dai cannabis shop, a eccezione di «alimenti e cosmetici prodotti esclusivamente nel rispetto delle discipline dei propri settori», sono da considerare illegali. Tuttavia, nel testo si ribadisce che i giudici dovranno giudicare caso per caso, stabilendo non il valore di THC, ma l'”efficacia drogante” del prodotto a base di THC. È “illecita” la “cessione”, la “messa in vendita”, la “commercializzazione al pubblico” a “qualsiasi titolo” di “foglie, infiorescenze, olio e resina” derivati dalla coltivazione della cannabis light (…) È quanto spiega la Corte di Cassazione, nelle motivazioni della sentenza con cui, lo scorso 30 maggio, le sezioni unite penali della Corte hanno sciolto il `nodo´ sui derivati della cannabis light, affermando che il commercio di questi prodotti rientra nella fattispecie di reato contenuta nel Testo unico sugli stupefacenti

In base a quanto previsto dalla legge del 2016, dalla coltivazione della canapa «possono ricavarsi fibre e carburanti, ma non hashish e marijuana», osserva la Cassazione. Non conta che il Thc sia basso. Il Testo unico sugli stupefacenti “incrimina la commercializzazione di foglie, inflorescenze, olio e resina, derivati della cannabis, senza operare alcuna distinzione rispetto alla percentuale di Thc che deve essere presente in tali prodotti”, si legge nelle motivazioni in cui si evidenzia come “l’effettuata ricostruzione del quadro normativo di riferimento conduce ad affermare che la commercializzazione dei derivati della coltivazione della cannabis sativa L che pure si caratterizza per il basso contenuto di Thc, vale ad integrare il tipo legale individuato dalle norme incriminatrici”.

Giudice dovrà verificare caso per caso. Per la Corte è un reato «l’offerta a qualsiasi titolo, la distribuzione e la messa in vendita dei derivati della coltivazione della cannabis sativa L», ma il giudice che si trova ad esaminare tali situazioni deve «verificare la rilevanza penale della singola condotta, rispetto alla reale efficacia drogante delle sostanze oggetto di cessione» e «si impone l’effettuazione della puntuale verifica della concreta offensività delle singole condotte, rispetto all’attitudine delle sostanze a produrre effetti psicotropi”.

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