LE CAMPAGNE ANTIDROGA ITALIANE NEL CORSO DEGLI ANNI

data di pubblicazione:

17 Giugno 2017

campagna antidroga itUn articolo pubblicato sulla rivista musicale e di culture giovanili Rolling Stones offre una carrellata -tra il serio e il faceto- delle campagne antidroga italiane degli ultimi 30 anni. Il tentativo dell’autore è di mostrare i contenuti, i linguaggi utilizzati e gli approcci utilizzati dalle varie campagne antidroga italiane, a partire da quella forse più celebre del 1990, il cui slogan recitava “CHI TI DROGA TI SPEGNE”, accompagnata da una voce fuori campo che recitava “Hanno detto che così avrei scordato tutti i miei problemi. Certo! Adesso solo questo è il mio problema, il resto è niente…”. Viene osservato dall’autore che negli anni successivi, la maggior parte delle campagne sceglie di utilizzare codici linguistici e testi che, volendo adottare uno stile informale e “giovane”, “cool” adatto al target, sfociano in risultati poco mirate a livello di credibilità e efficacia comunicativa: ““Mi calo o non mi calo? Mi calo o non mi calo?” Si domanda un giovane dall’aria divertita. “No no… scherzavo!”, conclude accompagnato da una colonna sonora dance che più ovvia non si può. Non è difficile notare l’incapacità di queste campagne di raccontare il mondo giovanile: il bianco e nero ultra-contrastato, gli attori, la recitazione… il mondo dei giovani delle pubblicità progresso è davvero strano”. In particolare, “Ecco la sintesi perfetta dei due problemi delle campagne anti-droga italiane: il terrorismo psicologico da una parte e la goffa coolness giovanile dall’altra. L’effeto complessivo è ansiogeno, confusionario e per certi versi inquietante. L’idea è semplice: alcuni giovani esprimono i loro problemi attraverso brevi frasi a effetto (montate in maniera molto serrata), una sorta di elenco dei motivi che li spingono a drogarsi. Un po’ come se le sostanze fossero un modo per rispondere a un disagio provocato dalla società. Interessante, peccato che lo spot si limiti a elencare questi problemi senza fare nient’altro”.

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