LA COCAINA "STRESSA" IL CUORE. RISCHIO INFARTO ANCHE A 19 ANNI

data di pubblicazione:

31 Agosto 2015

infarto cocainaNon fa male soltanto al cervello. Il 25% di tutti i casi non mortali di infarto nei giovani è associato all’uso di cocaina. Gli attacchi di cuore sono stati osservati in soggetti tra i 19 e i 40 anni a prescindere dalle dosi consumate, dalla modalità di assunzione o dalla frequenza d’uso. Lo sostiene uno studio dell’Università di Siena.
I ricercatori dell’Università di Siena hanno passato in rassegna tutti i primi studi scientifici sui danni della cocaina. Dall’analisi, pubblicata su Europad, emerge che, oltre ai noti effetti negativi sul deterioramento delle funzioni cerebrali, ci sono anche quelli collegati al cuore e alle arterie. “Quattro persone su dieci, tra quelle che si rivolgono a un pronto soccorso per problemi legati alla sostanza, presentano dolore al torace e il 25% di tutti i casi non mortali di attacchi di cuore, nei soggetti giovani, è associato all’uso di cocaina” spiega il professor Alessandro Tagliamonte, direttore del dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Siena.
La cocaina danneggia l’organismo al punto che tra i danni più immediati c’è quello di infarto acuto del miocardio, più alto nei 60 minuti che seguono l’assunzione. Gli attacchi di cuore sono stati osservati in soggetti di età compresa tra i 19 e i 40 anni. E questo disturbo non risulta essere correlato con la dose assunta, con la modalità di assunzione o la frequenza d’uso ma dalle caratteristiche fisiche. Insomma anche una sola volta per una persona che ancora non sa di avere particolari disturbi può essere fatale.
Tra le complicazioni cardiovascolari legate all’uso e l’abuso di cocaina ci sono: ischemia, infarto del miocardio. Ma anche dolore al torace entro un’ora dall’assunzione della sostanza, quando cioè la concentrazione di cocaina nel sangue è aumentata. Tuttavia, altri pazienti hanno riferito dello stesso dolore molte ore dopo l’assunzione, cioè quando i livelli di sostanza nel sangue erano già scesi o al momento non erano rilevabili. “Tutti effetti collegati alla tossicità cardiovascolare della cocaina che ‘stressa’ il sistema simpatico, quello cioè che controlla la distribuzione del sangue nel cuore. E così si aumenta l’eccitabilità e i muscoli lisci sono più sensibili a qualsiasi stimolo contrattile”. Insomma le caratteristiche del nostro organismo determinano sempre tachicardia. L’associazione col fumo di sigarette e l’alcol, poi, suscita un effetto più forte rispetto a quello indotto dal fumo di sigarette o dalla cocaina assunti singolarmente.

Se preoccupano i possibili danni, spaventano anche i numeri. Nel 2008 sono stati contati più di un milione di consumatori saltuari e 300.000 abituali. Solo nel 2001 erano poco più di 400.000 quelli che usavano almeno una volta l’anno la cocaina. I numeri sono del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr) e risalgono a settembre 2009. Stando alla ricerca il consumatore tipo è maschio, ha un età compresa fra i 15-35 anni ed è disoccupato. Ma l’incremento maggiore dal 2001 al 2008 si è evidenziato fra i 35-44enni. In questa fascia d’età coloro che hanno sperimentato la sostanza sono decuplicati: dallo 0,1% nel 2001 all’1%. La maggior parte di chi consuma cocaina fa uso anche di altre sostanze: il 74% fuma sigarette quotidianamente, l’85% cannabis saltuariamente. Dal 2003 invece è aumentato dal 10% al 15% anche l’uso di eroina da parte dei consumatori di cocaina. Frequente anche la combinazione con l’alcool: tra i forti bevitori il consumo di cocaina è 15 volte più diffuso che nella popolazione media.

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