UN INCONTRO SULL'USO DI PSICOFARMACI NELLE CARCERI TOSCANE

data di pubblicazione:

16 Aprile 2015

imagesGli psicofarmaci rappresentano probabilmente la tipologia di sostanze più diffusa e utilizzata in carcere. A causa delle problematiche di abuso o dipendenza derivanti da altre sostanze psicoattive, spesso i detenuti ricorrono alla somministrazione di psicofarmaci per alleviare gli effetti collaterali dell’astinenza. L’uso di psicofarmaci in carcere è anche determinato dalla necessità dei reclusi di disporre di sostanze in grado di alleviare l’ansia, la depressione e altre condizioni di sofferenza psichica.

Nella giornata di martedì 14 aprile, si è tenuta, nel Giardino degli incontri della Casa circondariale di Sollicciano, una iniziativa intitolata «Guida pratica all’uso di psicofarmaci nelle carceri toscane: per una riduzione del danno da uso improprio, abuso, accumulo, traffico interno», promossa dall’Azienda sanitaria di Firenze, d’intesa con l’Amministrazione penitenziaria toscana, la Casa circondariale di Sollicciano, la Regione Toscana e l’Università di Siena. L’iniziativa aveva lo scopo di informare il personale sanitario occupato nelle carceri toscane sulle corrette modalità d’uso degli psicofarmaci, oltre che mettere in discussione la tendenza, da parte dei medici, di prescrivere con troppa facilità i farmaci stessi, con motivazioni attinenti più la tranquillità e il buon vivere interno che i reali bisogni di salute dei detenuti.

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