LEGGI E STIGMA CONTRO LE PERSONE LGTB: LE RICADUTE SULL'ACCESSO AI SERVIZI E SULLE NUOVE INFEZIONI DA HIV

data di pubblicazione:

13 Novembre 2014

LANCETUn articolo della rivista Lancet affronta il tema delle discriminazioni legate all’orientamento sessuale, e più in particolare alle ricadute negative che leggi e stigma comportano per le persone sieropositive appartenenti alle minoranze sessuali. Sulla base di alcuni recenti episodi di cronaca, come le recenti e violenti dichiarazioni anti-gay del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin o la legge in discussione in Uganda, che prevede l’ergastolo per le persone omosessuali, viene tracciato un quadro globale della questione, mettendo in evidenza come la stigmatizzazione delle persone appartenenti alle minoranze sessuali renda più difficile la raccolta dei dati sulle infezioni da HIV e possa provocare ulteriori problemi in fase di accesso alle cure per le persone LGTB (lesbiche, gay, transessuali e bisessuali) sieropositive. Limitandosi alle discriminazioni legate alla legislazione, secondo l’articolo -che cita come fonti UNAIDS-, sarebbero ben 78 i paesi nel mondo che considerano un crimine l’orientamento sessuale non eterosessuale, mentre solo nella grande maggioranza dei paesi appartenenti all’Europa, al nord America e all’America latina esistono, all’opposto, sistemi legislativi in cui sono previste leggi che tutelano le persone LGTB dalle discriminazioni.

In ultima analisi, il fatto più significativo su cui concentrare l’attenzione è che la discriminazione legata all’orientamento sessuale ha precisi effetti negativi sullo stato di salute delle persone LGBT e che ciò, in materia di HIV, preoccupa in primo luogo per l’accentuata vulnerabilità delle persone LGTB sieropositive, ma anche per le possibili ricadute sulla popolazione generale. Ad esempio, l’articolo del Lancet argomenta come nei paesi maggiormente omofobi le persone LGTB siano spesso impaurite dal clima ostile e abbiano di conseguenza molte difficoltà di accesso ai servizi o alle terapie in caso di sieropositività. Rispetto alle politiche sanitarie legate all’HIV, in molti dei paesi dotati di leggi anti-LGTB sono infatti le stesse autorità sanitarie nazionali a misconoscere l’esistenza dell’infezione in questa popolazione. E’ il caso di molti paesi dell’Africa sub-sahariana, ma non solo. Per UNAIDS anche in paesi come l’Ucraina vi è una colpevole e consapevole sotto-stima, fornita dalle autorità sanitarie nazionali, del numero di infezioni nella popolazione LGTB, specie per gli omosessuali maschi.

Clark F., 2014, Discrimination against LGBT people triggers health concerns, Lancet, DOI: 10.1016/S0140-6736(14)60169-0

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