SEX WORKER E HIV: I FATTORI DI PROTEZIONE E DI RISCHIO DELLE VARIABILI STRUTTURALI

data di pubblicazione:

13 Novembre 2014

LANCETUn articolo di review pubblicato sulla rivista Lancet fa il punto, attraverso una vasta review della letteratura scientifica in lingua inglese, sulla questione dellHIV nelle sex worker donna. Le sex worker donna sono, su scala mondiale, una delle popolazioni più colpite dall’infezione da HIV. Ciò vale, seppure con dinamiche a volte distinte, per tutti i paesi: mentre la prevalenza di HIV per le sex worker donna nei paesi a basso reddito è notevolmente più elevata che nella popolazione generale, nei paesi ad alto reddito si osserva che esse sono da tempo diventate uno dei gruppi più a rischio. In alcuni paesi dell’Europa dell’est è stato osservato come, dai dati a disposizione, emerga una preoccupante sovraesposizione all’infezione per le sex worker che fanno anche uso di droghe per via iniettiva.

Scopo della riview era di valutare il ruolo delle determinanti strutturali, oltre che la prevalenza e incidenza di HIV e all’uso del preservativo. Molti studi esaminati sono stati scartati in sede di analisi proprio per la mancanza di informazioni sulle determinanti strutturali, intendendo con questo concetto le variabili macro che influenzano le probabilità, per la popolazione in questione, di trasmissione dell’HIV: le determinanti strutturali sono perciò da concepire come fattori di rischio o di protezione. La review ha quindi preso in considerazione elementi quali le leggi e le politiche di criminalizzazione verso le sex worker donne, i fattori organizzativi, culturali ed economici del lavoro sessuale (grado di controllo sulle prestazioni, modalità di contrattazione, organizzazione degli spazi di lavoro ecc.), il ruolo della violenza, l’accessibilità di preservativi e di terapie anti-retrovirali.

Al fine di analizzare l’effetto potenziale delle determinanti strutturali sulle infezioni, gli autori hanno utilizzato un modello statistico per simulare il loro effetto potenziale sulle nuove infezioni da HIV. Ciò è stato compiuto stimando in che misura alcune determinanti strutturali sarebbero in grado di evitare nuove infezioni, ipotizzando cambiamenti strutturali in regioni caratterizzate da un’epidemia concentrata e generalizzata, e da un’alta prevalenza di HIV fra le sex worker donna. Queste simulazioni statistiche permettono di ipotizzare che la sola eliminazione della violenza sessuale potrebbe evitare in un decennio, per sex worker donna e clienti, il 17% delle infezioni da HIV in Kenia, e del 20% in Canada. Percentuali più alte di nuove infezioni evitate sarebbero ottenibili da politiche di decriminalizzazione del lavoro sessuale, con un range stimato di riduzione di nuove infezioni in un decennio compreso fra il 33% e il 46%.

Shannon K. et alter, 2014, Global epidemiology of HIV among female sex workers: influence of structural determinants, Lancet.

Disponibile c/o CESDA.

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