NUOVE TECNOLOGIE E SALUTE MENTALE

data di pubblicazione:

26 Settembre 2013

mental healthData la crescente importanza delle nuove tecnologie digitali nel campo della salute mentale, con la messa a punto di tecnologie specifiche utilizzabili anche per il trattamento dei disturbi mentali, gli autori dello studio si interrogano sul loro impatto nella popolazione di riferimento. Più precisamente, da precedenti studi, erano emersi dubbi sull’efficacia dell’impiego delle nuove tecnologie a causa del loro scarso utilizzo o del loro mancato uso (dovuto a meccanismi d’auto-esclusione) da parte dell’utenza dei servizi di psichiatria. In altre parole, l’interrogativo a cui i ricercatori provano a rispondere è se esista o meno un digital divide specifico all’utenza dei servizi di salute mentale e a quali fattori esso sarebbe imputabile.

La ricerca ha coinvolto una popolazione di 121 utenti afferenti a due servizi di salute mentale inglesi, reclutati in modo che la loro composizione comprendesse soprattutto persone con patologie di tipo psicotico e con una lunga permanenza nel servizio. L’analisi di tipo statistico ha riguardato variabili categoriali (genere e diagnosi) e variabili continue (età e durata di contatto con il servizio). Le domande al centro del questionario semi-strutturato somministrato al campione si sono divise in uso delle nuove tecnologie (cellulari, computer, smartphone) e modalità d’uso (familiarità, facilità d’accesso, frequenza d’uso, desiderio di incrementarne l’uso).

In sintesi, una parte dei risultati dello studio confermano le tesi di ricerche precedenti, soprattutto rispetto all’esistenza di digital divide per le minoranze etniche e la popolazione anziana, mentre altri risultati si pongono in contraddizione gli studi precedenti. In particolare, nel campione esaminato l’accesso alle nuove tecnologie e le loro modalità d’uso sono molto simili a quelle della popolazione generale, ad eccezione dei due gruppi citati in precedenza. Infine, un altro risultato interessante dello studio è che la ragione principale per la quale il sotto-campione non usa o usa molto poco le nuove tecnologie non sarebbe l’indifferenza, ma i costi o la mancanza di abilità e di conoscenze. Queste conclusioni, se confermate, potrebbero così contribuire ad aprire nuovi scenari nel ripensare strumenti e metodologie nel campo della salute mentale.

Liam Ennis et alter, Can’t surf, won’t surf: The digital divide in mental health, Journal of mental health, August 2012, Vol. 21, No. 4 , Pages 395-403 (doi:10.3109/09638237.2012.689437)

http://informahealthcare.com/doi/full/10.3109/09638237.2012.689437

 

 

 

 

 

 

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