DECRETO SUL GIOCO ON-LINE

data di pubblicazione:

2 Maggio 2011

A forza di micro-provvedimenti si allargano I confini del gioco in Italia e cresce a dismisura il relativo giro d’affari. E’ stato di recente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (serie generale n°56 del 9 marzo) il decreto che autorizza e regola nel nostro Paese il gioco on-line gestito direttamente dal Monopolio di Stato.
Fino ad oggi I casinò online ed I poker cash raggiungibili dall’Italia erano in realtà casinò europei legali nel paese in cui si trovano, ma che non erano regolamentati nel nostro Paese.Il nuovo decreto autorizza il gioco nella formula “cash game”, cioè l’utilizzo di soldi reali e non più solo virtuali, come accadeva finora. E’ stato stabilito che la quota iniziale per la partecipazione alla sessione di gioco non può superare I 1000 euro ma poi questa cifra potrà essere incrementata.
Il decreto avrà un forte impatto nel settore dei giochi in Italia: 200 nuovi operatori esteri potranno accedere al mercato italiano e i vecchi concessionari dovranno adeguarsi alle nuove norme che prevedono maggiori controlli per i Monopoli di Stato, strumenti di autolimitazione per i giocatori e una ‘carta dei servizi’, una sorta di ‘patente a punti’ che misurerà il rispetto della norma e sanzionerà gli operatori inadempienti.
Il gioco online in Italia nel 2010 ha raccolto, secondo dati ufficiali dei Monopoli di Stato, oltre 4,8 miliardi di euro, in crescita del 28,2% sul 2009. Dominano la scena gli skill games (poker a torneo in testa), con oltre 3,1 miliardi di euro (+34%) e le scommesse sportive, che hanno raccolto online più di 1,3 miliardi (+10,8%). Insieme i primi due giochi rappresentano il 93,2% della raccolta complessiva a distanza. Il 2010 ha chiuso con oltre 4,3 milioni di conti di gioco attivi, in crescita del 51,4% sui circa 2,9 milioni del 2009.
Fino ad oggi I soggetti pubblici e privati che lavorano nell’ambito delle dipendenze patologiche e nello specifico col “gambling” non hanno risposto in modo ufficiale all’introduzione del decreto, ma è evidente che la maggiore disponibilità di giochi autorizzati espone gli italiani ad un crescente rischio di vulnerabilità economica e psicologica e potrà comportare un aumento delle richieste di cura per il gioco d’azzardo patologico.

Giulia Casamonti

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