STATO DI EMERGENZA IN ECUADOR PER IL NARCOTRAFFICO

Il presidente dell’Ecuador Lasso ha dichiarato lo stato d’emergenza in tutto il paese, in risposta alla preoccupante escalation di violenze e omicidi delle organizzazioni criminali legate al narcotraffico. L’Ecuador, collocato fra Colombia e Perù, principali produttori mondiali di cocaina, non è più solo un importante territorio di transito per il trasporto di droga verso gli Stati Uniti e l’Europa, ma sempre più un mercato di consumo di sostanze illegali e una nazione che ospita rilevanti reti criminali attive nel traffico internazionale. Secondo quanto riportato dal sito Sicurezza Internaziona dell’università Luiss, “Il Paese sta affrontando un’ondata di violenza legata alla droga e le autorità hanno ordinato alla polizia e ai militari di scendere in strada. “A partire da subito, le nostre forze armate e di polizia si faranno sentire con la forza nelle strade perché stiamo decretando lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale”, ha specificato lo stesso Lasso in un discorso trasmesso dall’emittente statale EcuadorTV. “Nelle strade del Paese c’è un solo nemico: il narcotraffico”, ha aggiunto il capo di Stato, osservando che, negli ultimi anni, l’Ecuador è passato dall’essere una nazione chiave per i traffici di droga ad una che ne consuma anche. Lo “stato di emergenza per gravi disordini interni” è stato dichiarato a causa dell’”aumento dell’attività criminale”, soprattutto nelle province dove le statistiche hanno rilevato una ripresa della criminalità, secondo quanto affermato da Lasso.

Secondo la disposizione presidenziale, le forze armate e la polizia nazionale effettueranno controlli sul possesso di armi, ispezioni, pattugliamenti 24 ore al giorno, requisizioni di droga e altre azioni. (…) Nella stessa giornta di lunedì, Lasso ha poi nominato un nuovo ministro della Difesa, considerato che il Paese è altresì scosso da una grave crisi delle carceri. Negli ultimi mesi, l’Ecuador è stato vittima di una spirale di violenza concentrata soprattutto all’interno dei centri di detenzione, una situazione che ha spinto il presidente a dichiarare lo stato di emergenza anche nel sistema carcerario e a schierare truppe per mettere in sicurezza le strutture e prevenire le rivolte. In uno degli episodi più significativi, il 29 settembre di quest’anno, almeno 116 detenuti erano stati uccisi e decine di altri erano rimasti feriti nel Penitenziario Litoral, a Guayaquil, nel Sud-Ovest dell’Ecuador.

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