CARCERE E DROGA IN TOSCANA FRA DISCRIMINAZIONE E PENALIZZAZIONE

data di pubblicazione:

25 Ottobre 2019

Franco Corleone, garante dei detenuti della regione Toscana, ha presentato i dati di una ricerca su droga e carcere condotta negli istituti penitenziari toscani. Fra i dati esposti, molte le conferme, e molte anche le sorprese: l’elemento di fondo che emerge, in linea con indagini precedenti realizzate in Toscana, è la penalizzazione, e quindi la “sovra-carcerazione” delle persone accusate di fatti lieve entità per reati di droga. Per alcuni aspetti, la situazione si presenta paradossale: in primis, la carcerazione preventiva per i fatti di lieve entità stabiliti dal comma 5 dell’art. 73. Ma è da sottolineare anche, complessivamente, il peso abnorme dei procedimenti aperti per la normativa sulla droga sul totale dei procedimenti: se per ogni due processi per droga vi è una condanna,  per i reati contro la persona e contro il patrimonio la proporzione è di una condanna ogni dieci processi!

“L’Ufficio del garante ha ritenuto opportuno riprendere dopo tanti anni e dopo le modifiche, seppure parziali, della legislazione l’approfondimento del problema scavando su un punto specifico e cioè il peso del comma 5, relativo ai fatti di lieve entità, negli arresti e nelle condanne e quindi nel carcere.

Una ricerca qualitativa che si è rivelata assai difficile. Pesa l’opacità dei dati ufficiali riferiti all’ articolo 73, che compare senza distinzione dei commi 1, 4 e 5 nei documenti delle matricole del carcere e nelle rilevazioni delle cancellerie dei tribunali. Ciò in concreto significa non avere la possibilità di distinguere fra traffico, spaccio di rilevante consistenza, piccolo spaccio, cessione e semplice detenzione.

Ci sono altri risultati da segnalare. In primo luogo, si riconfermano le gravi lacune dei dati, anche sui motivi dell’uscita dal carcere che non vengono neppure registrati (perciò si ignora se le persone escano per fine pena, per scadenza dei termini di custodia cautelare o per misure alternative).

Inoltre, compare la grave discrepanza tra le norme e la loro applicazione. Troppi casi lievi, relativi al quinto comma dell’art. 73, che non dovrebbero entrare in carcere, subiscono questo destino.

Clamoroso è il dato del peso straordinario dei reati di droga sul carcere rispetto ai delitti contro il patrimonio, la persona o la pubblica amministrazione. Ogni due processi per droga vi è una condanna, mentre per i reati contro la persona e contro il patrimonio vi è una condanna ogni dieci processi. Questa piramide rovesciata merita una riflessione.

Ancora più clamoroso il dato dell’indagine particolare sulla Corte d’Appello di Firenze: le condanne relative al comma 5 dell’art. 73 sono esplose dal 25% nel 2013 al 49% nel 2017; in cifre assolute da 145 a 943″.

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