RAPPORTO SULLE DIPENDENZE IN AREA METROPOLITANA – Bologna

data di pubblicazione:

24 Settembre 2019

Cambia il profilo dei consumatori di sostanze stupefacenti a Bologna. Crescono gli stranieri, cala l’età media e diminuiscono i cosiddetti soggetti emarginati, mentre aumentano i consumatori problematici “con occupazione stabile e dimora regolare”. Questo, unito all’aumento delle morti per overdose sul territorio, con un calo però di accessi all’ospedale e una minore mortalità nei soggetti seguiti dai Sert, fa chiedere agli esperti “un rafforzamento dei servizi” sotto le Due torri.

A dirlo è in particolare Raimondo Pavarin, responsabile dell’Osservatorio epidemiologico dell’Ausl di Bologna, che ha presentato questa mattina il nuovo Rapporto sulle dipendenze in area metropolitana. Nel 2018 si sono registrate 20 morti per overdose, il doppio rispetto all’anno prima, mentre gli accessi al Pronto soccorso sempre per overdose sono stati 50, in calo rispetto ai 69 del 2017, con età media in aumento. Tra gennaio e agosto di quest’anno le morti sono state 13 e 44 gli accessi al Pronto soccorso. “Un terzo dei decessi riguarda persone non residenti- si legge nel rapporto- e poco meno della metà persone non è conosciuta al Sert”. Questo significa che il consumo di droga riguarda sempre più “una fascia popolazione difficile da intercettare– avverte Pavarin- bisognerebbe socializzare a livello globale le pratiche positive e negative legate al consumo di sostanze, per raggiungere la fasce di consumatori socialmente integrati refrattari a ogni trattamento”.

Tra gli eroinomani utenti dei servizi, invece, “la mortalità per overdose è in diminuzione e il rischio di decesso è più basso nei periodi in trattamento”. Il che dimostra che “i servizi proteggono- insiste Pavarin- e sarebbero da rinforzare”.
Per quanto riguarda gli stranieri, la cui quota tra i consumatori problematici di alcol e droga è in costante aumento nel tempo a Bologna, provenienti soprattutto da Europa dell’est e Africa mediterranea, “servirebbero mediatori culturali oppure operatori non nativi in Italia per rafforzare i servizi”, avanza la proposta Pavarin.

In generale, nel 2018 il numero di consumatori problematici di stupefacenti ha frenato il calo degli anni precedenti. Si parla di 3.258 casi (tre in più), in calo per gli oppioidi (2.085 persone) e in aumento per cocaina (1.345) e cannabis (578).

Calano gli utenti dei servizi (sono 2.648), carcere compreso, ma aumentano gli accessi al Pronto soccorso (quasi 500 in tutto) e i ricoveri ospedalieri (291). In media si registrano 9,3 accessi per alcol e 3,4 per sostanze illegali al giorno, calcola l’Osservatorio. Rispetto all’anno precedente, “cambiano le caratteristiche socio-economiche ed anagrafiche” dei soggetti con abuso di droghe: aumentano cioè età media, non residenti e stranieri. In particolare, diminuiscono i consumatori problematici di eroina mentre aumentano quelli di cocaina e cannabis.

Si segnala inoltre la diminuzione dell’uso di sostanze per iniezione. Le donne sono il 19% (in leggero calo) e gli stranieri il 22,5% (in crescita). L’età media è 41 anni, con un aumento dell’incidenza nella fascia tra 20 e 29 anni. Per quanto riguarda gli utenti dei servizi, presi in carico per problemi di alcol, eroina o cocaina, le loro caratteristiche “sono cambiate nel tempo- si legge ancora nel rapporto dell’Osservatorio- e unitamente a una crescente presenza di donne e non nativi, si osserva una diminuzione del numero di soggetti marginali e l’aumento del numero di persone socialmente integrate”. Infatti, tra gli utenti dei servizi “sono in aumento i soggetti con occupazione stabile e dimora regolare“.

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