AUMENTO DELL'USO DI FENTANYL

data di pubblicazione:

4 Settembre 2019

Allarme Fentanyl – a riaccendere i riflettori, come spesso accade, è stato un caso di cronaca.
Lo chef italiano trovato morto in una stanza d’albergo a New York sembra essere l’ennesima vittima negli Stati Uniti di quella che è stata chiama una nuova “epidemia”: quella di oppioidi sintetici.
Sono migliaia i morti da sovradosaggio di fentanyl, il potentissimo farmaco antidolorifico che ora spaventa anche in Italia.

Numerosi i casi di overdose con benzodiazepine e psicofarmaci, mischiate con oppioidi. Altri ancora da psicostimolanti mixati con metanfetamine e oppiodi.
Sulle 70 mila overdose totali registrate all’anno in Usa, almeno 30 mila sono collegate agli oppioidi, secondo i dati del Centre for Disease Control adn Prevention (Cdc).
La grande differenza rispetto alle altre droghe è che queste sostanze sono legali. Milioni di prescrizioni vengono usate anche per accedere al farmaco e poi venderlo a propria volta a degli sconosciuti. Prescrizioni che a un certo punto finiscono e il paziente va in astinenza e allora lo cerca su internet, d’importazione cinese.

Negli Usa la diffusione di Fentanyl si è impennata in maniera esponenziale in meno di tre anni e tale aumento non è giustificabile solo con l’elevato tasso di assuefazione e dipendenza che l’oppioide induce per sua stessa natura chimica.
Il Fentalyn e farmaci analoghi producono effetti simili alla morfina ed all’ eroina, ed alcuni, sintetici, sono generalmente piu’ potenti. “Se prescritti appropriatamente ad una persona che ha particolari tipi di dolore, il loro effetto principale è quello di attenuarlo o di spegnerlo in modo efficace – afferma Riccardo Gatti, Direttore del Servizio Dipendenze Area Penale di Milano -. Se tuttavia, la prescrizione non è appropriata, il loro effetto “stupefacente” prevale, perchè influenza le vie del piacere e della ricompensa. Chi li usa, non appropriatamente è come se assumesse eroina o morfina a scopo non terapeutico; ne ricava sensazioni piacevoli ma anche, rapidamente, tolleranza e dipendenza grave (con tanto di astinenza in caso di sospensione della assunzione)”.

Esistono anche altre teorie minoritarie, soprattutto di stampo giornalistico, che correlano alla legalizzazione progressiva della cannabis, in alcuni Stati, un conseguente maggiore investimento della criminalità verso la vendita di droghe diverse dalla cannabis stessa e ad alto valore aggiunto e possibilita’ di margine economico. È un’ipotesi che in parte spiegherebbe la riconversione del mercato dello spaccio ma che per spiegare l’incremento delle overdose da’ per scontata una improvvisa – quanto non spiegabile – riconversione delle scelte dei consumatori verso eroina e oppiacei nel momento stesso in cui la cannabis diventa legale. Un altro punto critico di questa tesi e che alcune evidenze negli Stati Uniti mostrano come a un maggiore utilizzo di cannabis terapeutica diminuiscano le prescrizioni di oppiacei e, correlate, le overdose.

Il Fentanyl atterra anche in Europa e Italia

Mostrando come il mondo delle dipendenze – anche legali che poco hanno a che fare con il concetto collettivo di “droga” e “drogato” – sia in perenne evoluzione.  E allora c’e’ chi ordina 20 grammi di sostanza polverulenta su internet grazie all’economia “delivery” (corrieri, rider etc.) e se la fa recapitare direttamente a casa in maniera “invisibile”. Ma spesso la polvere che arriva in appartamento è più pericolosa di qualunque eroina oltre al fatto che – tecnicamente – non e’ una nemmeno una droga, almeno dal punto di vista giuridico. Sono molecole mai tracciate in Italia e che non sono contenute nelle tabelle del Testo unico stupefacenti, Dpr 309/90. Lo sappiamo almeno dal 21 febbraio 2019, quando il Sistema Nazionale di Allerta Precoce dell’Istituto Superiore di Sanita’ (Iss) riceve una segnalazione da parte del Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri di Roma: i Nas hanno sequestrato un plico postale e una bustina trasparente contente 12,27 grammi di polvere bianca.
Le analisi portano all’individuazione per la prima volta in Italia di due molecole appartenenti al gruppo dei fentanili. Le due molecole non sono inserite nelle tabelle della normativa italiana e l’intera operazione dei Carabinieri è nata proprio dall’osservazione di persone che non rispondevano all’antidoto, il naloxone, alle dosi usuali. “I sequestri di fentanili sotto forma di polveri avvenuti in Europa – si legge nel documento del Sistema di Allerta Precoce – hanno interessato quantità variabili tra il milligrammo ed il chilogrammo”.
Nuova tappa – Il Ministero della Salute rilancia l’allarme meno di due mesi fa: il 18 luglio il Direttore generale della Prevenzione al ministero scrive a carabinieri, Assessorati regionali alla sanità, Iss, Dipartimento Politiche Antidroga e Ufficio Centrale Stupefacenti. Oggetto della comunicazione: “Recenti sequestri di sostanze psicoattive in Italia“. La missiva del Ministero della Salute prosegue aggiunge una richiesta chiara: avvisate del pericolo imminente relativo alla circolazione in Italia di derivati del Fentanyl ed eroina ad elevato tenore di principio attivo. Si’, ma avvisare chi? I pazienti dei Sert – dice il ministero -, i Dipartimenti delle Dipendenze, le comunità terapeutiche, le unità  mobili di strada che alla notte girano nella nostre città. Ed è qui che il sistema della salute italiano mostra tutte le sue criticità operative e culturali.
Perchè mai un ragazzo di 26 anni che gira con pillole per ritardare l’orgasmo e che magari mischiate con l’alcol al sabato sera possono dare problemi cardio-vascolari inattesi, dovrebbe mai essere il paziente di un Sert? O di una comunità? Un problema culturale nell’immaginarsi il “drogato” solo come tossicodipendente da sostanze illegali e come una persona che vive ai margini della società, quando così non è più da parecchio, forse da sempre, che impedisce all’intero sistema di controllo, cura e riduzione del danno di vedere cosa c’è sotto la punta dell’iceberg.

Fonte: Dire – redattore sociale

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