RAPPORTO 2018 UNODC SULLE DROGHE

data di pubblicazione:

23 Luglio 2018

Il rapporto annuale del 2018 dell’UNODC, l’Agenzia ONU per le droghe e il crimine, registra importanti novità. La più rilevante è che l’uso non medico di farmaci è divenuto il maggiore pericolo per la salute pubblica e per la legge in tutto il mondo. In particolare, sono gli oppiodi che causano i danni maggiori e che sono responsabili del 76% dei decessi correlati all’uso di droghe. Specie negli USA, il fentanyl rimane un grande problema di salute pubblica, mentre in alcuni paesi africani e asiatici preoccupa la diffusione del tramadol, un farmaco antidolorifico oppioide, prodotto anche in modo illegale dalle organizzazioni criminali.
Dati molto negativi provengono anche dai livelli di produzione di eroina (produzione stimata nel 2016 di 10,500 tonnellate, primo mercato di produzione l’Afghanistan) e di cocaina (produzione stimata nel 2016 di 1,410 tonnellate, primo mercato di produzione la Colombia), entrambe ai massimi mai registrati dall’UNODC.
Sul fronte dei consumi, il rapporto di UNODC valuta la cannabis come la sostanza il cui uso è il più diffuso su scala mondiale, con una stima di 192 milioni di persone che l’hanno consumata almeno una volta nel 2016. Si registra poi un incremento dei consumi di nuove sostanze psicoattive e di farmaci prescritti per usi non medici. Desta preoccupazione il policonsumo e il politraffico di droghe, che aggiungono elementi di complessità ai problemi esistenti. Il rapporto stima che siano 275 milioni coloro che hanno provato almeno una volta nella loro vita una droga, pari al 5,6% della popolazione fra 15 e 64 anni. Nei vari gruppi d’età, se sono i più giovani a presentare i rischi e i danni maggiori associati all’uso, l’incremento dell’uso di droghe è stato maggiore fra gli adulti di età superiore a 40 anni.
Su scala globale, i decessi attribuiti all’uso di droghe sono aumentati, dal 2000 al 2015, del 60%. Sul totale di decessi, le persone di età superiore ai 50 anni ne costituivano il 27% nel 2000, mentre nel 2015 il 39%. Il 75% delle morti in questa classe d’età è dovuto a oppiacei. Infine, per quanto riguarda la composizione di genere degli utilizzatori di sostanze, si registrano dei cambiamenti significativi di modelli di consumo per le donne. La loro prevalenza d’uso per uso non medico di tranquillanti e oppiodi è quasi pari a quello degli uomini. Tuttavia, il dato più preoccupante è un altro: se il loro primo consumo di droghe è in media più tardivo degli uomini, una volta che hanno iniziato l’uso, tendono a incrementare il tasso d’uso di alcol, cannabis, cocaina e oppiacei più rapidamente degli uomini.

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