ALCOL E DROGHE: TROPPI MIX SCONOSCIUTI

data di pubblicazione:

28 Marzo 2017

SHABOOI nuovi stupefacenti, sempre più difficili da individuare: un terzo dei casi non è classificabile.
Le droghe cambiano, cambiano le sostanze, i cocktail micidiali con gli alcolici. I ragazzi arrivano in pronto soccorso fuori di sé e i medici si mettono in cerca del fattore scatenante.
La fotografia di una delle piaghe emergenti del mondo giovanile nelle noti del weekend è quella scattata nel pronto soccorso dell’ospedale Niguarda.
Uno spaccato che è la punta dell’iceberg di quello che succede in una notte qualsiasi in una città qualsiasi con Milano in cima alla lista.
Uno su 4 (24,4%) di chi finisce sotto la lente di un Centro antiveleni come quello dell’ospedale Niguarda di Milano (centro di riferimento nazionale) ha tra i 18 e i 29 anni, il 23,6% tra i 30 e i 39.
Insieme queste fasce d’età rappresentano quasi la metà dei casi di esposizione a sostanze d’abuso analizzati in una raccolta retrospettiva realizzata dalla struttura meneghina (il periodo preso in considerazione va da luglio a dicembre 2015) che si è focalizzata su situazioni gestite in emergenza dal Cav, dal pronto soccorso e dal servizio psichiatrico dell’Asst.
«E’ difficile avere dei kit di analisi standard – fa notare Adriano Masarin del Laboratorio di analisi chimico cliniche dell’ospedale milanese- perché il tipo di sostanza e la loro diffusione sono in costante evoluzione. Le molecole vengono modificate di continuo per non essere rintracciate». Il sospetto è sempre lo stesso: intossicazione da alcol o droga o da tutti e due insieme. Ma in un terzo dei casi non si riesce a dare un nome al «colpevole».
«Spesso vengono assunte in forma di pastiglia oppure fumate o bevute. Tra le più note e diffuse lo shaboo– spiega Franca Davanzo, Direttore del CAV, il Centro antiveleni dell’ospedale- Una droga che viene dai paesi orientali spacciata in forma di cristalli trasparenti, simili a quelli del sale grosso». «É potentissima, devastante per la salute e stimola l’aggressività -specifica la psichiatra Laura Cazzaniga- Chi l’assume presenta uno stato di agitazione psicomotoria e in pronto soccorso occorre l’intervento dello psichiatra».
Nei 271 verbali di pronto soccorso presi in considerazione dall’ospedale milanese solo in 4 si citava l’uso di nuove sostanze psicoattive: in uno si dava come certa l’intossicazione da shaboo, in due si ipotizzava l’uso di Ketamina, per uno era citato il Mdpv, cioè metilenediossipirovalerone (catinone). E il problema è enorme anche da un altro punto di vista perchè la difficoltà di arrivare subito ad una individuazione certa dell’abuso rende più complicate anche diagnosi e terapie.
Lo studio è stato realizzato dal Centro Antiveleni di Niguarda in collaborazione con il dipartimento di Emergenza Eas (Trauma-Team, Pronto soccorso), con la centrale operativa del 118 di Niguarda, con il dipartimento di Salute mentale, con la sezione speciale di Biochimica clinica e Tossicologia S.C. Analisi chimico-cliniche e il dipartimento Dipendenze ambito Milano Ats Milano Città Metropolitana Asst Santi Paolo e Carlo. «E’ il frutto di un lavoro che apre l’ospedale al territorio mettendo in collegamento le diverse componenti del sistemi, per una più adeguata presa in carico dei pazienti- spiega l’assessore al Welfare Giulio Gallera- Un lavoro in rete che ha evidenziato l’esigenza di studiare e analizzare i fenomeni emergenti a livello cittadino, anomali o di particolare pericolosità, al fine di arginarli con interventi ad hoc». Anche perchè sono enormi i risvolti sociali. Nel report c’è un cenno infatti anche agli incidenti stradali: sugli oltre 1.200 analizzati, nel 70% sono state ricercate sostanze e 792 conducenti di auto o motoveicoli ricoverati al trauma center risultavano positivi agli esami tossicologici.

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