GENITORI E FIGLI DI FRONTE AL CONSUMO DI CANNABIS

data di pubblicazione:

3 Marzo 2017

minori cannabisLeopoldo Grosso, vice presidente di Gruppo Abele di Torino, in un articolo pubblicato su il Manifesto riflette su un tema “classico”: i rapporti fra genitori e figli in caso di consumo di droghe, in particolare di cannabis. E’ infatti probabile che il primo consumo di droghe illegali che viene alla luce nel contesto familiare sia relativo alla cannabis. Come devono approcciarsi i genitori in questo caso? Secondo Grosso, devono in primo luogo evitare due errori opposti, ma in un certo senso speculari: minimizzare l’accaduto o viceversa colpevolizzare il figlio “drogato”. Entrambi gli atteggiamenti ricalcano le due rappresentazioni dominanti in materia di sostanze illegali. La soluzione più intelligente dovrebbe essere ispirata alla fiducia, al dialogo e all’informazione sui rischi per la salute e per la sicurezza del minore. “E’ utile che il ruolo genitoriale si eserciti con modalità intelligenti: prendere le distanze dalla scelta di consumo; informare in maniera non allarmistica ma correttamente (ed in questo modo si è più credibili) sui rischi per la salute e la sicurezza (oltre che dei rischi relativi allo statuto di illiceità del consumo); mantenere un buon clima di comunicazione, in generale e sul tema specifico; cercare di monitorare l’uso e l’intero stile di vita del ragazzo, non abdicando a una funzione di controllo condotta con modalità rispettose e non invasive; accompagnarlo nella affermazione della sua autonomia fino alle scelte di reversibilità, che in genere, nelle situazioni di consumo non problematico, avvengono dai 21- 22 anni in poi, in concomitanza con lo sviluppo di altri interessi, il far fronte a nuovi impegni e il mutamento delle forme di divertimento e aggregazione”.

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