SMARTPHONE: PER GLI ADOLESCENTI E' DIPENDENZA

data di pubblicazione:

27 Settembre 2016

SMARTPHONE 1I genitori se ne rendono conto, ma faticano a dare il buon esempio.
Gli adolescenti sono dipendenti dai loro smartphone, e in molti casi ne sono consapevoli. E’ questa la conclusione cui sono giunti gli esperti dell’organizzazione nonprofit statunitense Common Sense Media al termine di un sondaggio in cui hanno coinvolto 620 ragazzi e i loro genitori, per un totale di 1.240 interviste telefoniche da cui è emerso che in più di un terzo delle famiglie il problema è causa di discussioni quotidiane.

Dall’indagine è emerso che 1 adolescente su 2 si sente dipendente dal suo apparecchio mobile e che il 59% dei genitori ritiene che i propri figli soffrano di una forma di dipendenza da questo tipo di tecnologie.
Il 72% dei ragazzi sente di dover rispondere immediatamente a sms, messaggi ricevuti sui social network ed altre notifiche, e il 78% controlla il suo telefono almeno una volta ogni ora.
In questo panorama, il 77% dei genitori ritiene che i loro figli siano distratti dagli apparecchi mobile. Non per questo mamme e papà decidono di dare il buon esempio. Dall’indagine è infatti emerso che anche il 48% dei genitori sente di dover rispondere subito alle notifiche ricevute, e il 69% controlla il cellulare almeno una volta all’ora. Nel 56% dei casi gli adulti ammettono anche di controllare il telefono mentre sono alla guida; i figli non fanno che confermare questa cattiva abitudine, dichiarando che i genitori usano i loro apparecchi mobile mentre guidano nel 51% dei casi.
“I genitori fanno bene ad essere preoccupati dell’impatto dei mezzi di comunicazione sullo sviluppo dei loro ragazzi – commenta Ellen Wartella, esperta del ruolo dei media sullo sviluppo dei bambini -.
A partire dai disturbi dell’attenzione e dal multitasking fino alle interazioni sociali di base e le capacità di relazione interpersonale, dobbiamo dedicare più tempo e ricerche a capire l’impatto dell’uso dei media sui nostri ragazzi e regolare il nostro comportamento di conseguenza”.
“Sappiamo anche che un uso problematico dei mezzi di comunicazione può influenzare negativamente lo sviluppo dei bambini e che il multitasking può compromettere l’apprendimento e i risultati – osserva invece James Steyer, fondatore e amministratore delegato di Common Sense – Tutti noi, come società, abbiamo la responsabilità di prendere sul serio l’uso e la dipendenza dai media e assicurarci che i genitori abbiano a disposizione informazioni che li possano aiutare a fare scelte intelligenti per le loro famiglie”.

Fonte: Il Sole 24 Ore Sanità

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