TAGLI ALL'ASSISTENZA ALLE PROSTITUTE VITTIME DI TRATTA

data di pubblicazione:

22 Agosto 2016

assistenzasessuale-1-1In cinque regioni italiane dal 1 settembre non saranno più disponibili i servizi contro la tratta di esseri umani: le ragazze che vorranno sottrarsi alla rete criminale che le obbliga a prostituirsi in alcune aree dell’Italia come la Sardegna, la Basilicata, il Piemonte, la Valle d’Aosta, la Liguria e in alcune zone della Sicilia, non potranno più rivolgersi ai servizi di assistenza, presenti da anni sul territorio.
Il 4 agosto, infatti, il dipartimento per le pari opportunità della presidenza del consiglio ha pubblicato la lista delle associazioni e delle regioni che beneficeranno dei quasi 13 milioni di euro destinati ai servizi contro la tratta a partire da settembre (e per i prossimi 15 mesi), e da questa graduatoria ha escluso delle aree chiave per il contrasto a questa attività, come alcune zone della Sicilia. Eppure nei porti siciliani arrivano ogni anno migliaia di ragazze nigeriane originarie di Benin City e dello stato di Edo, vittime di trafficanti che le costringono a prostituirsi per ripagare il debito contratto prima di partire, che in molti casi supera i trentamila euro.

Alla base della decisione del dipartimento per le pari opportunità di escludere alcune associazioni e regioni dai finanziamenti ci sono motivi diversi. Nel caso della Sicilia alcune associazioni sono state escluse perché i fondi sono stati assegnati fino al loro esaurimento in ordine di posizionamento nella graduatoria. Mentre nel caso del Piemonte c’è stato un errore tecnico nella compilazione del bando da parte della regione; in altri casi, come per la regione Liguria, si è trattato di un ritardo nella presentazione della domanda di finanziamento.

Per approfondimenti: Il governo italiano taglia l’assistenza alle prostitute vittime di tratta

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